giovedì 18 ottobre 2018

Quella volta che avevo deciso di diventare una blogger.


So che i miei soliti lettori saranno poco interessati a questo post. Sì, so anche che per invogliare le persone a continuare (o in questo caso a iniziare) la lettura bisogna incuriosire e non mettere subito le mani avanti preannunciando già una ventina di righe poco interessanti, ma io sono così... . Poi sinceramente mi viene il nervoso quando leggo quei post che promettono la risoluzione del mistero del Santo Graal e alla fine sono solo le solite quattro teorie già dette, ridette, stradette e per di più scritte anche male.


C'è stato un periodo della mia vita durante il quale ho sognato di diventare una blogger, un'influencer di quelle che seguo con la bava alla bocca ogni giorno su Instagram, quelle che hanno profili bellissimi, seguitissimi e commentatissimi e che ogni giorni ricevono regali dalle aziende con dei bigliettini carinissimi. In quei mesi se avevo 10 minuti liberi mi mettevo alla ricerca di tattiche per far crescere il mio blog e i miei vari profili social: ho letto di tutto, ma non ho mai voluto investire denaro in promozioni per paura di buttare via dei soldi. Sono una persona normale, con un marito operaio, un reddito personale annuale che si può quantificare come un part-time, una figlia da crescere e tanta voglia di vedere posti nuovi, quindi cerco e ho sempre cercato di risparmiare il più possibile per non dovermi mai trovare nella condizione di dire "no quest'anno niente ferie perché non ho i soldi" oppure "niente week end fuori porta perché se no non riusciamo a pagare la rata del mutuo". Quindi per una che vive della teoria di Paperon de Paperoni dove un centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato non me la sono mai sentita di fare promozioni a pagamento per il  mio blog o il mio profilo Instagram, oppure di iscrivermi a qualche corso on o off line che sia.


Solo usando tanta costanza e tenacia sono riuscita a far crescere il mio profilo di circa 300 follower in un anno (si lo so che dopo questa frase avrete la pancia in mano dalle risate): niente, praticamente un pugno di mosche, però posso dire che a parte i classici profili che fanno follow/unfollow ho quasi tutti seguaci reali e una percentuale di like abbastanza alta rispetto al seguito che ho e dato che la mia teoria è insisti, resisti, persisti e conquisti continuerò su questa strada ancora per un po', tanto non ho niente da perdere e se e quando raggiungerò i 1000 follwer (andando avanti di sto passo tra circa due anni) mi prenderò una sbronza epica per festeggiare.

Tutto questo preambolo chilometrico per dire che dopo mesi passati a leggere questi post che avevano titoloni pazzeschi e che promettevano di svelare il segreto di Chiara Ferragni ho decisi di investire 16,00 euro in un libro uscito lo scorso anno scritto da un blogger del quale non farò mai il nome, ma che seguo da un bel po' e che spiegava come si diventa travel blogger in poche semplici mosse: se già diventare una blogger sarebbe stata una figata pazzesca, diventare una travel blogger ancora di più.


Ho comprato il libro e l'ho letto in penso 2 sere (e fidatevi che sono poche quando hai una duenne che ti gira per casa chiedendo in ogni modo la tua attenzione e che se decidi di non dargliela per qualche secondo ti combina il finimondo, tipo aprirti tutti i bagnoschiuma che avevi in casa appena comprato con l'offerta del 3x2 e rovesciarli sul pavimento). Comunque all'inizio ero soddisfatta del mio acquisto perché la storia iniziale era identica alla mia: un trentenne precario con la passione dei viaggi che semplicemente raccontando il suo viaggio di nozze negli USA era diventato un travel blogger di successo. Ma che bello era!? Io dopo aver letto la premessa già mi vedevo già con in mano un biglietto aereo per la Lapponia pronta a visitare la casa di Babbo Natale e avevo anche già deciso dove appendere la foto ricordo del viaggio che avrebbe ritratto noi tre circondati dalla neve, con in testa un colbacco di finto pelo bianco e una renna che ci mangiava dalla mano.
Stavo già pensando alle parole da usare nella recensione di quel libro che avrebbe cambiato la mia vita in poche ore, dove avrei taggato questo famoso influencer che a sua volta mi avrebbe repostato nelle sue stories lanciando in orbita il mio account e facendomi stringere con lui e altri esperti del settore delle allettanti collaborazioni.
Per evitare di sprecare ulteriore tempo rispetto al poco che già avevo mi ero munita di carta, penna, matita, evidenziatore e post-it di ogni colore e dimensione pronta a prendere appunti e sottolineare i passaggi principali.
Quando ho girato l'ultimo foglio e richiuso la copertina avevo le lacrime agli occhi: 300 pagine dove il succo era lo stesso che trovavo in quei post che avevo già letto e riletto gratuitamente in rete, dove i paragrafi più lunghi raccontavano di come aprire un account Facebook o Instagram, dove alla fine della fiera se vuoi arrivare in alto devi comprarti un dominio, capirne di codici SEO e quant'altro e seguire sempre dei corsi di aggiornamento di un certo livello. Poi una volta messe in pratica tutte queste tattiche con tanta bravura, un pizzico di fortuna e parecchio tempo da dedicarci arrivi da qualche parte. Alla fine il segreto è uno solo: impegno, lavoro, fatica, studio, tempo e un anche modesto gruzzoletto da investire.
Quel giorno ho smesso di sognare di diventare una blogger.


Ecco adesso che vi ho raccontato questa breve storia triste, prima di salutarvi vi dico ancora due cose: la prima era che oggi avevo in programma un post sui preparativi della valigia da portare in ospedale per il parto, che finalmente ho quasi finito. Avevo anche già fatto le foto da mettere nel post, una storia su Instagram per annunciare il #nuovopost e tante altre idee, ma poi come avete bene potuto vedere alla fine mi sono fatta prendere dalla tastiera e sono finita parlare di tutt'altro. La seconda cosa è che una volta finito quel libro avevo deciso che non avrei mai parlato e invece eccolo qui, un bel post tutto dedicato a lui (questo significa avere le idee chiare).
Quindi adesso avete capito anche voi che se non sono diventata una blogger un bel po' di colpe ce le ho anche io.

10 commenti:

  1. Intanto in bocca al lupo (ma quanto manca al parto?).
    Sul tuo sogno di diventare una blogger influencer: hai fatto bene, perché non provarci? Alla fine hai buttato via solo 16 euro.
    Purtroppo la realtà è quella, se vuoi crescere con il tuo prodotto web devi anzitutto spendere in promozione. Non una sola volta, ma fare più campagne promozionali.
    Comunque il bloggin' è bello, ma a volte, quando avevo il mio vecchio blog, non mi gustavo un film fino in fondo perché durante il film pensavo già alla recensione da scrivere.
    Ecco un altro motivo per cui ho cambiato rotta :)

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    1. Crepi il lupo, mancano 7 settimane...
      È ovvio che nessuno ti regala niente e chiunque è "arrivato" è perché sicuramente ha investito tempo e denaro e anche io nel mio piccolo ogni volta che vado da qualche parte penso a cosa potrei scrivere nel post e quale foto postare ed in effetti a vivere così rischi di goderti meno la realtà

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  2. Ma tu non volevi fare la giornalista?
    Ok. La giornalista blogger. O solo la blogger? Ahahha
    Scherzi a parte, invidio la tua pazienza e la tua determinazione.
    Io Instagram lo sopporto pochissimo e Facebook lo uso per pochissimi amici.
    Quindi non sarò mai un'influencer.
    Ma scrivere mi piace tanto. E allora vai di post a go go. 😉

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    1. No no, il mio desiderio fin da quando ero bambina era diventare una giornalista e per la precisione sognavo di fare l'inviata per Motosprint durante le gare del motomondiale. Diventare blogger è stata una parentesi recente perché avevo collaborato con Mellin e mi ero montata la testa ��.

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  3. per me il blog è sempre stata una passione, anche se ogni tanto ho pensato che bello sarebbe stato farne un lavoro...
    ogni tanto però ricevo dei libri gratis, a volte pure in anteprima... poca roba... ma è una bella soddisfazione!

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    1. Si... anche io le poche volte che ho ricevuto qualcosa di gratis a casa è stata una bella emozione... dai tu sei brava e seguita! Riesci a essere concisa e a dire delle cose interessanti!

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  4. Dato che hai lavorato a lungo in un caaf potresti fare un blog di settore, didattico, per insegnare alle persone come pagare meglio le tasse. È un settore vuoto, non ci sono fiscal influencer!
    Tantissimi auguri per la tua bella famiglia!

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    1. Grazie mille ;) Per quel che riguarda il settore fiscale invece non fa proprio per me. E' un settore che conosco abbastanza bene perchè lo pratico da 10 anni e facciamo sempre corsi di aggiornamenteo, però non mi appassionea per niente...

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  5. Posso immaginare, e infatti è come dici: per avere un blog di successo o essere influencer, devi spendere nel progetto.
    C'è poco da fare...

    Moz-

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    1. Eh sì... l'altro giorno ne parlavo con una mia amica al bar e mi ha detto "perchè chi apre un negozio non investe niente!?" è vero anche quello... però come in tutte le cose ci vuole fortuna e tanta bravura!

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