martedì 31 marzo 2015

Shopping e arte: la GALERIES LAFAYETTE HAUSSMANN

Scritta sulla terrazza delle Galieries Lafayette Haussmann.

"Dovrebbero includere lo shopping tra le attività ad alto rischio cardiovascolere. Il cuore non mi batte mai così forte come quando vedo un cartello di 'ridotto del 50%'."

Sophie Kinsella - I Love Shopping (2000)

Parigi, 11 luglio 2013. Potete amare o odiare lo shopping, ma se venite a Parigi un salto alla Galeries Lafayette Haussmann è obbligatorio. Arrivare al piano terra e alzare gli occhi al cielo vi lascerà senza fiato, rilassarsi sulle poltroncine rosse della terrazza che si apre sulla città non ha prezzo.


Le Galieries Lafayette Haussmann viste da fuori.
Dentro all'edificio che vedete in questa foto si nascondono 70 000 metri quadri divisi in sette piani, pieni zeppi di marchi di moda tra i più raffinati di sempre.

Al piano terra delle Galeries Lafayette Haussmann.
Era il 1893 quando i due cugini Théophile Bader e Alphonse Kahn aprirono una merceria di 70 metri quadri all'angolo tra Rue La Fayette e Rue de la Chaussée d'Antin. Gli affari andarono bene e nel 1903 il piccolo negozietto nato dieci anni prima occupava tutto l'edificio di trova in Rue La Fayette 1, quello in Rue de la Chasussée d'Antin 15 e quelli posizionati in Boulevard Haussmann ai numeri 38, 40 e 42.

 Dietro a queste lussuose balconate sono stati lanciati nomi come Yves Saint-Laurent, Pierre Cardin, Cacharel e molti altri.

La cupola delle Galieries Lafayette Haussmann.
L'enorme cupola che si vede nelle foto qui sopra fa parte della Galeries Lafayette Haussmann dal 1912, quando i piani erano ancora cinque; secondo Bader la luce dorata emanata da queste vetrate fa scintillare i prodotti.

Scatti dalla terrazza delle Galeries Lafayette Haussmann.
Eccoci a rilassarci sulla terrazza della Galeries Lafayette Haussmann che oltre a una magnifica vista offre anche comode poltroncine rosse e bianche sparse su un morbido tappeto verde dove tutti i visitatori possono rilassarsi senza pagare un centesimo, magari sorseggiando qualche bevanda presa chioschetto.
Dal collage di foto qui sopra (scattate ovviamente dalla terrazza) si possono ammirare monumenti come l'Opera Garnier, l'Arco di Trionfo e la Tour Eiffel.
Oggi Galeries Lafayette è sia un marchio che anche un gruppo che comprende i grandi magazzini, dei supermercati cittadini e delle società finanziarie.



venerdì 27 marzo 2015

In casa del nemico: lo STADE de FRANCE

Gradinata per raggiungere le tribune dello Stade de France.

"C'est vrai que c'est le pouvoir qui vous amène à prendre des décisions pour lesquelles vous serez jugé"
"E' vero che è il potere che vi porterà a prendere delle decisioni per le quali sarete giudicati

(Zinedine Zidane)

Parigi, 09 luglio 2013. Alcuni miei amici, dopo un week end con me hanno detto che quella sarebbe stata la loro prima ed ultima volta: "e questa la chiami vacanza!?" mi dicevano col viso arrossato e umido di sudore... "ma io non vado in vacanza, a me piace viaggiare; non mi va di spendere un botto di soldi per starmene chiusa in albergo a dormire. Se voglio riposarmi me ne sto a casa sul mio comodo divano grigio e viola a leggere un libro, oppure vado un pomeriggio al mare a Bergeggi o in piscina a Camerana"... questa è stata più o meno la mia risposta e nonostante siamo rimasti amicissimi come prima, quella è stata l'ultima volta che siamo andati via insieme.
Mio marito invece non si è mai lamentato, anzi... spesso e volentieri è lui che mi incita ad aggiungere mete nelle giornate poco piene durante i nostri viaggi... tutti abbiamo un'anima gemella!
Ho una passione folle per Parigi e quando ci siamo andati per la prima volta insieme nel 2013, io mancavo da una decina d'anni, quindi avevo proprio voglia di vedere e fare mille cose, sicuramente troppe dato che a fine viaggio ne sono rimaste un bel po' senza spuntatura e tra torri, parchi divertimento, archi di trionfo, musei e cattedrali, mi sembrava giusto dimostrare tutto l'amore verso il mio compagno di vita e di avventure andando con lui in un luogo che per me non significava nulla, ma per lui amante del calcio era un luogo molto interessante.

E' lo stadio più importante e grande di Francia e si trova a Saint-Denis a poco più di 8 km dal centro di Parigi: è lo Stade de France.
Stade de France - il campo visto dalle tribune.

Se siete amanti del calcio credo che sia una bellissima esperienza visitare questo colosso, trovarsi faccia a faccia coi cimeli dei giocatori più famosi al mondo e vivere in poche ore la tipica giornata di un calciatore dall'arrivo negli spogliatoi, all'ingresso in campo su un tappeto rosso...se invece per voi il calcio (come per me) è solo l'incubo che volteggia su tutte le vostre domeniche posso dire che visitare le Stade de France può essere un modo divertente per regalare una bella giornata al vostro lui o lei (non amo generalizzare dato che io, donna, adoro il motociclismo) amante di questo sport, inoltre potrete (come me) trovarvi elettrizzate (o elettrizzati) di fronte alla tuta di Alain Prost che aveva partecipato a una gara del Trofeo Andros disputatasi qui, oppure ritrovarvi stranamente affascinati dai racconti sui capricci delle star della musica mondiale che qui hanno tenuto i loro concerti...

Se pernottate a Parigi raggiungere lo stadio è semplicissimo in quanto la cittadina di Saint-Denis è collegata alla capitale con la RER, inoltre se avete la Paris Visite che copre le zone 1-5 non avrete nemmeno bisogno di sborsare un centesimo in più! Poi una volta scesi dovrete percorre 1,7 km a piedi (non ho idea dei mezzi pubblici che dalla stazione portano allo stadio, noi l'abbiamo fatta a piedi) lungo un grosso viale alberato pieno di uffici e palazzoni.

Quando arriverete davanti allo stadio troverete un cartello con scritto "per visitare lo stadio presentarvi alla porta numero..." (ovviamente in francese) ecco molto probabilmente quel numero è sbagliato, quindi entrate nella prima (e di solito unica) porta aperta, recatevi al negozio all'interno delle cancellate e lì dentro potrete acquistare i biglietti (15,00 euro un biglietto intero). Il o la commesso/a vi chiederà se volete la visita in inglese o francese e vi comunicherà a che ora partirà il vostro tour guidato.
Noi abbiamo scelto quella in francese perché è la lingua che conosciamo meglio e il ragazzo, simpaticissimo e preparatissimo si è sforzato in ogni modo per fare capire tutti; nel nostro caso noi e una famigliola spagnola eravamo gli unici del gruppo non francesi e nonostante non conoscesse nemmeno una parola né d'italiano né di spagnolo si soffermava su ogni singolo concetto per cercare di fare capire tutti anche a gesti.

Ecco come si svolge la visita: ...
... ah stavo dimenticando...prima di organizzare la vostra gita allo Stade de France guardate bene sul sito le date nelle quali si effettuano le visite. Noi per esempio abbiamo dovuto cambiare giorno perché nelle due giornate precedenti si era disputata la Diamond League.

Museo dello Stade de France: il plastico illuminato.
Tornda a noi... in pochi secondi vi ritroverete tra le mani il vostro biglietto d'ingresso con sopra scritto l'orario della visita e verrete invitati a fare un giro nel museo che si trova praticamente all'interno del negozio.

 Lì troverete inizialmente una sala buia con un plastico dello stadio che si illumina schiacciando i vari bottoni e qualche poltroncina stile cinema di fronte a uno schermo abbastanza grande sul quale viene proiettato costantemente un video che mostra gli allestimenti per i grandi eventi come concerti, i mercatini di Natale, la pista per una gara automobilistica e così via.

Museo dello State de France: foto relativa alla finale dei Mondiali 1998 di calcio giocata qui.
 "La vittoria della Coppa del mondo è la cosa più bella che sia accaduta alla Francia dai tempi della rivoluzione"
(Emmanuel Petit, autore del terzo gol ai danni del Brasile durante la finale dei Mondiali 1998)

Da lì parte un corridoio rosso (dov'è stata scattata la foto qui sopra) dove la storia dello stadio viene raccontata tramite fotografie e articoli di giornale.

Questo stadio è stato costruito per il mondiali di calcio del 1998 e venne inaugurato il 27 gennaio di quello stesso anno con la partita di calcio Francia - Spagna finita 1-0 con rete di Zidane.

Museo dello Stadio: sullo sfondo il corridoio rosso con le foto e gli articoli.
Questa struttura venne proposta al Paris Saint German come stadio per le partite giocate in casa, ma questa rifiutò, così questo grosso campo sportivo divenne quello ufficiale delle nazionali francese di calcio e di rugby, mentre nei restanti mesi dell'anno ospita concerti, opere liriche e altre manifestazioni che prevedono una grossa partecipazione di pubblico.

Museo dello Stade de France. Cimeli delle partite di rugby.

Dopo la storia raccontata in immagini, troviamo una sala dove questa viene raccontata con gli oggetti.

Museo dello Stade de France: la tuta di Alain Prost.
 Non solo maglie e palloni troverete in questo angolo del museo, ma anche spade usate nelle rappresentazioni liriche, chitarre autografate da rock star, la riproduzione della coppa del mondo o la tuta di Alain Prost...

Stade de France. Nella sala dove si aspetta la guida.
Dopo questa sala vi aspetta un atrio dove potrete attendere la vostra guida osservando ancora qualche foto e qualche libro.

Stade de France: sulle tribune del secondo anello.
Il tour inizia comodamente seduti sulle poltroncine del secondo anello.

Stade de France: sulle tribune del secondo anello.
 Vi verrà raccontata la storia dello stadio, le curiosità e tutti i dati numerici che lo riguardano. Vi verrà spiegato che dietro a quella enorme vetrata che si vede nella foto qui sopra c'è il ristorante (aperto tutti i giorni) mentre subito sotto al primo anello, si trova la tribuna riservata al Presidente della Repubblica, dove solo lui e i suoi ospiti possono godersi i vari eventi sorseggiando champagne e mangiando ostriche, il tutto per la modica cifra di 0,00 euro.

Stade de France: sulle tribune del secondo anello.
Vi diranno che i due grandi schermi (uno dei quali è nella foto qui sopra) coi loro 200 metri quadri sono tra i più grandi del mondo.

Stade de France: il corridoio del piano sotto terra.
Poi si scende un livello sotto terra per visitare l'ospedale dove solo gli addetti ai lavori e giocatori o cantanti che dir si voglia possono esservi ricoverati (per evitare che qualche spettatore si finga malato per incontrare da vicino i proprio beniamini), i magazzini, la sala dei pompieri che coprono un turno di 24h su 24, 365 giorni l'anno, poi ancora il garage dove arrivano i protagonisti della serata e chi li accompagna, la zona dove i giocatori fanno stretching prima di entrare in campo, la sauna, la palestra e...

Stade de France: davanti allo spogliatoio della nazionale francese.
...lo spogliatoio della Nazionale Francese allestito come lo trovano i giocatori prima di una partita, con tanto di magliette originali.

Stade de France: dentro allo spogliatoio della nazionale francese allestito con la maglie originali.
Qui vi verranno raccontati altri aneddoti sui capricci di Madonna o di Lady Gaga che aveva richiesto di avere i sanitari mai usati prima durante un suo concerto, o di quando durante la finale Brasile - Francia del 1998 la nazionale francese dovette cedere a malincuore il suo solito spogliatoio agli avversari in quanto squadra ospite in quel caso, ma che poi dato il grande risultato (quella sera la Francia vince il campionato del mondo di calcio) decise di tenere sempre quello spogliatoio come portafortuna.

Stade de France: la maglia di Zidane dei Mondiali di calcio 2006.

Prima di lasciare questa sala, la guida ci ha chiamato: "Les Italiens, viennent ici!" ("italiani venite qui"), ci ha dato in mano la maglietta che nella foto qui sopra, quella della finale della Coppa del Mondo 2006 e ridendo ci ha detto: "Materazzì n'a pas été trop gentil" ("Materazzi non è stato tanto gentile").
Avreste dovuto vedere il sorriso soddisfatto di mio marito... peccato che non sono riuscita a immortalarlo!

"Io sono un uomo di campo, io so cosa vuol dire combattere per vincere. Io sono un uomo di sport, io so cosa vuol dire vivere nel gruppo, leggere negli altri le sue stesse speranze. Io so cosa vuol dire avere un sogno comune e trovarsi ad un passo da realizzarlo, io conosco i pensieri che attraversano le vostre menti, le paure che dovete vincere: io ci sono stato, io so che potete farcela, che farete di tutto, che sentirete che vi siamo vicini. Adesso, ragazzi, adesso è il momento, noi ci crediamo. E' il 9 di luglio del 2006, è l'Olympiastadion di Berlino, Italia-Francia, è la finale."

(Fabio Caressa durante la telecronaca della partita Italia-Francia, 09 luglio 2006)

Stade de France: sul tappeto rosso che dagli spogliatoi porta in campo.
E poi la chicca finale: l'ingresso in campo, schierati in due file indiane col sottofondo degli applausi del 70.000 spettatori (nel video che troverete quasi alla fine del post ho lasciato l'audio originale, ma non si sente molto bene)...
Stade de France: dentro al campo.
 Ecco: è così che i giocatori vedono lo stadio durante le partite.
Lo Stade de France allestito per il Diamond League 2013.
Appena due giorni prima della nostra visita, qui allo Stade de France si è disputato il Diamond League durante il quale Usain Bolt ha vinto e battuto il record stagionale.

"I primati mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre"
(Usain Bolt)


E qui è finito il nostro tour e devo dire che mi ha piacevolemnte stupito!



mercoledì 25 marzo 2015

Boomstick Award

Fino all'altro ieri pensavo di essere un anonimo puntino nel mare del web e adesso, nel giro di due giorni ho ricevuto ben due premi legati al mio blog, il che significa che seppur resti sempre un puntino è un puntino che in chissà quale modo si è fatto notare e già questo mi rende felice perché nel bene o nel male l'importante è che se ne parli!

Quindi il mio compito adesso, è trovare 7 blogger "cazzuti"... il che non è facile dato che sono reduce da un'altra scelta tra 15 blog che mi hanno ispirato, ma dato che il rischio è incappare nel Bitch Please Award (che si vocifera porti sfiga) spero di riuscire a svolgere comunque questo compito nel migliore dei modi...
Il Boomstick Award è un premio creato da Hell di BookAndNegative e a me è stato conferito da MikiMoz di Moz O' Clock.

Partiamo con le regole:

1 – i premiati sono 7. Non uno di più, non uno di meno. Non sono previste menzioni d’onore.
2 – i post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservate agli esclusi a mo’ di consolazione.
3 – i premi vanno motivati. Non occorre una tesi di laurea. È sufficiente addurre un pretesto.
4 – è vietato riscrivere le regole. Dovete limitarvi a copiarle.

 I premiati possono a loro volta citare altri sette bloggers, ricordando che il premio è parto mentale di Hell. Chi non esegue alla lettera tutto questo vedrà ritirarsi il premio, e sarà assegnato il Bitch Please Award, che pare porti sfiga.

1) C A R T A D I R E S C H E è un mix di scatti e poesia. Lo trovo un blog "cazzuto" perché i suoi scatti colgono dettagli che (secondo il mio modesto parere) riescono a mostrare in pochi centimetri il lato bello e il lato brutto delle cose in una sola immagine che non può non piacere.

2) Coniglio Giallo è un blog "cazzuto" perché lo dice l'autrice stessa: "parlo di tutto tranne che di cose serie"; nella vita un po' di leggerezza è fondamentale, in oltre ogni volta che appare nel blogroll non sai mai che post aspettarti!

3) Goodnight And Travel Well è un bellissimo blog di viaggi gestito da tre amiche che ci raccontano le loro divertenti avventure per il mondo anche attraverso delle foto splendide.

4) I Viaggi del Taccuino l'ho scoperto da pochissimo; guardando la foto che l'autrice ha sul suo profilo, mi sono fatta l'immangine di una ragazza dolce e fragile, ma leggendo i suoi post, i suoi racconti ho avuto l'impressione di avere dall'altro lato del monitor una ragazza forte e determinata... insomma "cazzuta", proprio come richiede questo premio!

5) Narrabondo anche l'ho scoperto da poco... è "cazzuto" perché cammina, cammina tantissimo per tutto il mondo e ha fatto l'affascinante, il mistico e il durissimo cammino di Santiago...

6) Pensieri in Viaggio è un blog genuino e leggendolo si sente la passione... soprattutto quella per le porte che ha l'autrice che le scova in ogni angolo del mondo...

7) Nei post di Too Happy To Be Homestick invece ritrovo un modo coraggioso di viaggiare, ma forse ancora di più di vivere, il coraggio di mollare tutto per inseguire il sogno... se non è "cazzuta" lei... .

sabato 21 marzo 2015

Very Inspiring Blogger Award

2011. In viaggio verso Pinzolo.

Ringrazio Claudia, Federica e Francesca di Goodnight and Travel Well per avermi nominata nel Very Inspiring Blogger Award. Si tratta di un premio che viene dato a quei blog che hanno in qualche modo ispirato altri blogger, quindi sono molto onorata innanzi tutto perché è la prima volta che ricevo un premio legato al mio blog e poi perché all'inizio (come per tutti) è stata dura... tante volte mi sono detta "adesso basta, tanto non mi legge nessuno", poi poco a poco sono iniziati ad arrivare i commenti, i lettori fissi e così anche la voglia di continuare a scrivere, quindi essere chiamata a raccontare qualcosa di me in questo contesto mi riempie di gioia!

Grazie ragazze ;)!

Ecco le regole:

1) raccontare sette fatti curiosi, strani, buffi, particolari della propria vita.
2) nominare a propria volta 15 blogger che ci hanno ispirati.

Cominciamo...

Eccomi in sella alla prima vespetta nell'estate dell'86 e a fianco ad agosto 2014 in sella a Loris Due, pochi minuti prima di andare ad indossare il mio abito da sposa...
 1) La mia più grande e indiscussa passione è il motociclismo da sempre e in tutte le sue forme. A tre anni invece del classico triciclo avevo una vespetta arancione, a 18 anni quando mamma e papà mi hanno chiesto "vuoi la moto o la macchina" ho risposto "moto" senza pensarci nemmeno un secondo e adesso mi ritrovo in procinto di compierne 31 ancora senza macchina perché è dal giorno di quella fatidica domanda che mi ripeto che l'auto sarebbe stata la prima spesa che avrei affrontato una volta firmato il primo contratto a tempo indeterminato... aspetta e spera! Però mi resta pur sempre la mia adorata moto che ormai ha 13 anni (era di seconda mano) e si chiama Loris Due. Ho scelto questo nome perché quando mi comprarono il motorino scelsi lo Stealth Aprilia pubblicizzato da Loris Capirossi all'epoca acerrimo nemico del mio idolo indiscusso Max Biaggi, quindi quel nome voleva essere un po' una presa in giro verso me stessa. Quando arrivò la moto nel 2003 Capirossi guidava una Ducati, quindi mi sembrava giusto mantere Loris come nome aggiungendoci Due solo per distinguerlo dallo scooter....

Eccomi il giorno della Laurea, mentre a sinistra ecco la mia collezione di Motosprint nel 2012.
 2) Quando i miei mi regalarono il primo computer con tanto di connessione ad internet, nel 1998 (avevo 14 anni) decisi di inviare subito una mail a Giovanni Zamagni, all'epoca giornalista per la mia rivista preferita Motosprint chiedendogli come dovevo fare per diventare come lui. Con sorpresa di tutti mi rispose quasi subito dicendomi di iscrivermi alla facoltà di Scienze della Comunicazione una volta finite le superiori. Così, senza nemmeno sapere bene in cosa consistesse questo ramo di studi cominciai a dire a tutti che da grande mi sarei iscritta a questa facoltà per poter poi lavorare per Motosprint. Morale della favola: nel 2008 mi sono laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi intitolata Le donne & il motociclismo nei mezzi di comunicazione di massa, nel 2009 ho iniziato a lavorare presso un CAAF (ne ho parlato in questo post del mio lavoro) e nel 2012 ho deciso di raccontare questa storia alla mia rivista preferita (sempre Motosprint) che mi ha premiato regalandomi un paio di stivali da moto... anche queste sono soddisfazioni.

3) Da circa 4 anni sono vegetariana. Si narra che già in tenera età a tavola facessi strane domande ai miei genitori del tipo: "perché a Pasqua mangiamo un piccolo agnellino mentre nessuno vuole mangiare Gatto Pupus (il mio gatto domestico di quegli anni)?" oppure "perchè mangiamo i conigli grossi del nonno e non mangiamo Rosa Spina (il mio coniglietto nano; all'epoca ero fissata con La Bella Addormentata nel Bosco)?". La mia è una scelta puramente etica perchè sono convinta che tutti gli animali (grandi, piccoli, belli o brutti) abbiano dei sentimenti, ma non giudico e nè mi metto a discutere su questi argomenti... anzi se posso li evito perché ognuno è libero di mangiare, fare e pensare quello che vuole!

In alto Semola poco tempo fa, sotto Joey a sinistra, e Ginevra con Semola e Morgana appena nate nel 2010.
4) Ho una passione per i porcellini d'india. La prima fu Plissè arrivata a casa Colman nel 1990. Poi arrivarono Poochie, Bubul, Mary e Castagna e dopo una periodo senza caviette (durante l'Università non me ne sarei potuta occupare al meglio così mi presi due criceti Arnie e Dennis - li chiamai perché stavo leggendo Christine. La Macchina Infernale) nel 2010 è arrivata a tenere compagnia al mio cagnetto Joey, Ginevra (molti di voi adesso capiranno il nome di questo blog) che ha dato alla luce Semola e Morgana.

5) Non mi piacciono i piedi e non chiedetemi perché. Al mare sono quella che cercando di non farsi notare li nasconde sempre sotto la sabbia e molto difficilmente mi vedrete mai con le infradito... nel 2011 durante una camminata sotto il sole cocente di Verona mi sono letteralmente cotti i piedi, quindi fui costretta a comprare delle infradito perché era impossibile mettermi le scarpe da ginnastica. Quello per me fu un vero e proprio trauma: andare a Gardaland con le infradito è stata un'esperienza scioccante!

6) Amo scrivere con la penna stilografica e difficilmente tengo delle cose scritte sul PC (a parte le bozze dei miei post). Mi piace da matti fa scorrere la punta della penna sul foglio. Una mia professoressa mi diceva sempre che questa cosa era molto strana e interessante... mah se lo diceva lei...

7) Per me le patatine fritte vanno mangiate con una salsa qualsiasi, ma non senza. Il gelato artigianale va mangiato con la panna montata ed è la prima cosa che chiedo quando entro in una gelateria: se la panna non c'è non prendo nemmeno il gelato. Infine sulla pasta non ci metto mai il formaggio grattugiato (benché io sia ghiotta di formaggi) nemmeno su quella al burro o all'olio!

E adesso la parte più difficile: le nomination! Molti blogger che nominerò saranno già stati scelti, però dato che si tratta di un "premio", lo do solo ai blog che preferisco (in rigoroso ordine alfabetico) e ai quali vi consiglio di darci un occhio se già non li conoscete... e ovviamente vi consiglio anche Goodnight and Travel Well che non ho potuto nominare perché sono state loro a nominare me ;)

1) Alessia di Oltre l'Oceano
2) Dany M di .. Racconti di Viaggio intorno al Mondo e non solo.. 
3) Elena di Anche oggi non ho vissuto per niente
4) Elena di Viaggiare Oltre
5) Elisa di TripVillage
6) Enzo Chiara di Due in Giro
7) G di Much Ado About G
8) La Folle di Profumo di Follia
8) Lu di Le Strade di Lu
9) Mammagiramondo di Viaggiare è il mio Peccato
10) MikiMoz di Moz O' Clock
11) Nella di Rock Music Space
12) Pam di A Blonde around the World
13) Patalice di * Te lo dice Patalice *
14) Roberta di Roby on the Road...
15) Valentina di Travel Upside Down

giovedì 19 marzo 2015

Non tutto il male viene per nuocere: il FLATIRON BUILDING

Il Flatiron Building.

Oggi vi voglio raccontare una cosa che mi è capitata durante il nostro viaggio a New York lo scorso settembre, quando ho imparato che a volte basta davvero poco per raddrizzare una giornata che nasce storta...
Prima di lanciarmi nel racconto di quest'avventura che mi è successa nel cuore della Grande Mela devo per forza fare una premessa: nel 2009 ho iniziato a lavorare per un CAAF, un centro autorizzato di assistenza fiscale, uno di quei luoghi dove alcuni di voi si saranno rivolti per farsi compilare la dichiarazione dei redditi o magari un ISEE.
Ho sempre detto che non avrei mai fatto dei numeri un lavoro, ai quali ho sempre preferito le lettere, ma come molte cose importanti (o costanti della nostra vita) è nato tutto per caso mentre cercavo qualche lavoretto per farmi le ossa poco prima di discutere la tesi di laurea ed è diventata nel corso degli anni l'unica certezza lavorativa della mia vita.
In genere si inizia a gennaio coi corsi d'aggiornamento e i test per valutare la nostra preparazione per venire catapultati da fine marzo fino ai primi di luglio nel mondo delle tasse e delle spese detraibili e deducibili.
A luglio, con la data della scadenza di presentazione dei modelli ci ritroviamo di punto in bianco di nuovo a casa e passiamo dalle oltre 8 ore giornaliere di lavoro allo zero assoluto e da lì fino a dicembre io prendo tutto quello che trovo: ho fatto la cameriera, la lavapiatti, la barista, una volta ho curato gli addobbi natalizi in un centro commerciale, ho anche lavorato all'ufficio comunicazione di un bell'hotel (lavoro che adoravo, ma dove le spese di viaggio non riuscivano ad essere coperte dallo stipendio mensile), ma di tutto quello che mi è stato offerto niente è mai stato all'altezza di questi 3 mesi...

... e così ecco che mentre metto via gli addobbi di Natale, mi ritrovo a guardare con ansia il telefono in attesa di quella telefonata che mi riconferma per la nuova stagione e proprio in questi giorni sto affrontando corsi ed esami in attesa della data che mi permetterà finalmente di riprendere possesso della mia scrivania (dico mia perché durante i restanti 9 mesi non la usa nessuno) dove i miei stropicciati post it mi attendono dopo quasi un anno di solitudine... ma non ci sono solo i post it ad aspettarmi: davanti alla mia postazione c'è una foto ingrandita. Mostra un grattacielo strano, sembra aver la forma di un triangolo. E' in bianco e nero e nella strada che gli passa sotto ci sono delle macchine di inizio secolo scorso... Lui vigila il mio lavoro da 7 anni e (non so perché) attira tantissimi sguardi: molti utenti me ne chiedono conto, vogliono sapere se esiste e dove si trova... perché è lì, in un centro autorizzato di assistenza fiscale.

Ai primi signori che mi chiedevano del grattacielo rispondevo con un distratto, ma sincero "non lo so!", poi gli anni sono passati e con loro il numero di chi voleva sapere di più su quel quadro, così una volta con non aria sciolta sono andata dalla mia capa (la chiamiamo così tra colleghe stagionali) e le ho chiesto: "ma quel quadro davanti alla mia scrivania... quel grattacielo... dove si trova?". Lei con la stessa aria disinteressata che usavo io qualche tempo prima per rispondere agli utenti mi ha detto "non lo so!" senza neanche alzare la testa dal computer, ma io cocciuta come un somaro ho continuato: "ma come non lo sai... almeno dimmi chi ce l'ha messo..." e lei: "sono qui da vent'anni e l'ho sempre visto."

Affranta decido di tentare la carta di google digitando "grattacieli a forma di triangolo", ma il tempo che apparissero i risultati e già l'untente delle 14.30 aveva preso il suo posto davanti a me. Poi non ho più cercato, perché quando mi veniva in mente non avevo mezzi di ricerca a disposizione e quando avevo il tempo e i mezzi ovviamente mi scordavo del misterioso grattacielo.
Intanto la gente continuava a chiedermi, un signore con l'aria di chi la sa lunga una volta mi ha detto "ma lei signorina ha nel suo ufficio un quadro sul quale non sa dare spiegazioni!?" e io, da perfetta sonopreparatasututtigliargomentidelmondo quale sono, mi sono sentita ferita nell'orgoglio, così ho iniziato a inventarmi storie pazzesche su quel palazzo affascinante che (chissà perché) secondo la mia mente si sarebbe dovuto trovare a Milano.
Poi, senza che nemmeno me ne accorgessi è arrivato anche il luglio 2014 e a differenza degli altri anni, quando lasciavo il mio posto col nodo alla gola, sono corsa via dall'ufficio come un fulmine perché da quel giorno partiva il conto alla rovescia per la data delle mie nozze! Avevo circa 30 giorni per pensare agli ultimi dettagli sul viaggio, sulle bomboniere, sui segna posto... e in tutto questo il mio grattacielo misterioso è finito nell'angolo più remoto della mia mente, ben oltre la porta con su scritto "dimenticatoio"...
...Perché avevo un quadro appesa sopra alla mia scrivania?
New York, 09 settembre 2014. E' mattina, mi sono appena alzata, ma non ho voglia di sorridere. Sono gli ultimi due giorni del mio viaggio di nozze, di quello che noi chiamiamo il nostro viaggio bellissimo (in onore della canzone di Renga, Un Giorno Bellissimo colonna sonora del nostro matrimonio), inoltre da quando siamo arrivati a New York ci accompagna un clima freddo, che mi mette di malumore e che mi allontana sempre di più dal caldo umidissimo della Florida, dalle assolate spiagge della California (tolto San Francisco) e dal clima arido e desertico del Nevada. Inoltre tra poco inizia la visita guidata della città e sono arrabbiata perché ci siamo infinocchiare con questo pacchetto della serie compra quello e noi ti diamo anche questo pur essendo io contraria alle visite guidate nelle grandi metropoli.
Mio marito vede la mia tristezza nel mio sguardo e cerca di tirarmi su il morale: "dai stiamo solo tre giorni... almeno siamo sicuri di vedere tutto e domani torniamo solo nei luoghi che ci interessa appronfodire, vedrai che abbiamo fatto la scelta giusta."

Arriviamo nel punto prestabilito per l'incontro e la guida non c'è. Come noi ci sono altri italiani che sono fatti infinocchiare e che aspettano impalati su un affollato marciapiede mentre la bellissima New York City ci scorre frenetica davanti portandosi dietro tutto le splendore che racchiude.
Finalmente arriva la guida dopo quasi un'ora. E' una ragazza italiana con modi molto bruschi. Non è grassa, ma è spessa e ha scritto in fronte nessunomihamaimessoipiediintestaedicertononsaretevoia mettermeli. Non ci chiede scusa e non ci da spiegazioni. Ci incita a salire su quel pullman rimediato all'ultimo con un sedile rotto come se fossimo un branco di pecore che devono entrare in un ovile prima che il sole tramonti, perché lei ha fretta, lei non è come noi che siamo in vacanza e non abbiamo niente da fare: lei è una donna che lavora duro per vivere!
Per questo motivo molte soste sono saltate, quindi guardiamo New York che scorre dietro al vetro sporco di un pullman. Sono davvero arrabbiata come non lo ero da tempo, forse dal 2012, da quando il mobiliere nel che doveva consegnarci i mobili per inizio settembre ci ha comunicato che forse sarebbero arrivati per Natale.
Il programma dice "sosta al Chelsea Market nell'ora di pranzo". Mi sono informata su quel negozio alimentare grande quando un quartiere e ci voglio andare. Dovevamo ancora sposarci che sul mio personale taccuino di viaggio avevo scritto "Chelesea Market: pensieri gastronomici da portare a casa". Guardo l'ora: è mezzogiorno meno un quarto e tiro un sospiro di sollievo, nel mentre la guida racconta la "sua New York" come se fosse un prodotto promozionale da vendere. Ci dice poco o niente sulla storia di questa città, mentre ci parla di tutti i tour che il suo Tour Operator propone e che possiamo anche prenotare subito pagando anticipatamente. Poi finalmente il microfono si apre per comunicarci le informazioni relative al pranzo: "oggi vi porto a mangiare la miglior pizza italiana di New York e un caffè espresso che nemmeno il vostro barista di fiducia riesce a farvi: ci fermiamo per pranzo da Eataly!". Intendiamoci: amo il buon cibo e non ho niente contro questa catena gestita tra glia altri Joe Bastianich che mi è anche simpatico, ma quelle sarebbero state le ultime ore negli Stati Uniti, gli ultimi pasti per godere dell'insalata di cavolo immersa in quelle deliziose salsine, del poco salutare cibo di strada, delle cheesecake... e gli stick di mozzarella... quanto mi mancheranno!!! Amo la cucina italiana e guai a chi me la tocca però avrò tutti i giorni che mi restano da vivere per mangiare la pasta, mentre invece chissà quando tornerò in America...
Comunque scendiamo dal pullman e io non sono verde di rabbia: di più! Non parlo perché so che se apro bocca potrei fare una strage e non mi va... è il mio viaggio di nozze, non posso avere ricordi brutti, quindi scendo, alzo gli occhi al cielo e... lo vedo...: ...lui il mio compagno di lavoro da 7 anni! Non ci credo: penso di avere una visione perché io sono ancora convinta che fosse a Milano... Il verde sparisce dalla mia faccia e torna il tipico pallore che domina il mio volto: la mia giornata si è raddrizzata! Sono così contenta che entro dentro a Eataly con un sorriso inebetito e decido anche di comprarmi un pezzo di pizza, nonostante avessi già avvista mio marito che per protesta avrei digiunato!
Risaliamo sul pullman e quando arriviamo nei pressi del Ponte di Brooklyn vado con un sorriso a trentadue denti dalla guida e le dico con tutta la gentilezza che posso sfoggiare: "scusa, potresti gentilmente farci scendere qui perché questa sera tardi abbiamo il volo, quindi dobbiamo tornare in albergo. Grazie di tutto, sei stata davvero gentilissima.". Lei molto probabilmente sa che non ci sarà nessun volo quella sera, perché le guide prese dall'Italia sanno sempre tutto di noi, ma non dice niente. Non le diamo la mancia (nonostante in America sia obbligatoria) perché secondo noi il servizio non è stato all'altezza, balziamo quasi correndo fuori dal pullman e delle goccioline iniziano a bagnarci il volto. Non abbiamo un ombrello e siamo dall'altra parte della città: ridiamo. Ci diamo mano e quasi scappiamo verso i battelli che ci porteranno alla Statua della Libertà e verso Ellis Island: causa maltempo faranno solo più una corsa e noi ci infiliamo al volo perché non sarà il meteo a rovinare l'ultima serata negli Stati Uniti: tempo di scendere dal traghetto e smetterà di piovere, ma noi ancora non lo sappiamo e mentre vicini l'uno all'altra quasi corriamo lontani da quella pessima gita turistica e ridendo tra noi, guardo mio marito e gli dico: "alla fine è proprio vero che non tutto il male viene per nuocere!"

INFORMAZIONI PRATICHE

Il suo nome ufficiale è Fuller Building, anche se tutti lo conoscono come Flatiron (ferro da stiro) Building a causa della sua forma... sono l'unica che lo vedeva come un triangolo?

E' stato costruito nel 1902 ed all'epoca coi suoi quasi 87 metri era l'edificio più alto della città. La sua punta è larga solo due metri e si alza per ben 22 piani. Non è visitabile e la cosa che più mi ha colpito è il suo stile antico ed elegante in contrasto con la sua forma innovativa.

E' apparso in tantissimi film e non riesco a capire come non ho fatto a non notarlo prima data la mia ossessione per lui. Io personalmente avredi dovuto vederlo in: Godzilla, Armageddon, Spiderman e Spiderman 2, Shark Tale, Hitch - Lui sì che capisce le Donne, Io sono Leggenda, Il Curioso Caso di Benjamin Button, Friends e Intervista col Vampiro.
... che ci volete fare, sono una distratta cronica!


martedì 17 marzo 2015

Il mondo Disney in Europa: il DISNEYLAND PARK

Il Castello della Bella Addormentata nel Bosco.

"If you can dream, you can do it"
"Se potete sognarlo, potete farlo"
(Walt Disney)
 
Marne-La-Vallée, 10 luglio 2013. Disneyland è un po' il sogno di tutti i bambini e spesso succede che una volta diventati grandi, a quei vecchi piccoli sognatori capiti l'occasione di visitare Parigi che si trova appena a 44 km di distanza dal Dinseyland Paris, così quelle stesse persone decidono di tirare fuori dal cassetto quel desiderio vecchio anni luce, rispolverarlo e finalmente realizzarlo...

La stazione del Disneyland Railroad di Main Street USA.
Disneyland sbarca in Europa nel 1992, esattamente il 12 aprile quando dopo circa quattro anni di lavori apre al pubblico Euro Disney Resort. A differenza delle aspettative questo progetto risultò un flop a causa della cultura del parco (americana) in netto contrasto con quella francese, quindi la società si dovette rimboccare le maniche apportando varie modifiche: il nome cambiò diverse volte (Disneyland Paris nel 1994 e Disneyland Resort Paris nel 2001) per assumere quello attuale di Disneyland Paris nel 2009, vennero aggiunte nuove attrazioni  e si decise di investire in qualcosa di più azzardato: nel 2002 venne inaugurato il Walt Disney Studios.

Oggi a distanza di oltre vent'anni si continua a vociferare che il parco continui ad essere in perdita, ma i 12 milioni di visitatori l'anno sembrano dare poco credito a queste voci...

Fantasia Gardens davanti al Disneylan Hotel.
E adesso bando alle ciance e partiamo col mio racconto di questo posto che occupa 19 km quadrati di favole e magia, addobbato da 13.000 alberi, 136.000 cespugli, e 40.000 piante acquatiche, dove 14.500 cast member lavorano per portare nel mondo reale quello delle fiabe servendosi del guardaroba più grande d'Europa lungo 1600 metri...

MAIN STREET U.S.A.
 
Appena entrati nel parco si incontra la prima landa: Main Street U.S.A.. Siamo nella cittadina americana di inizio '900 dove Walt Disney ha trascorso la sua infanzia e qui le case sono costruite con la tecnica della prospettiva forzata (ogni piano deve essere i 5:8 più piccolo di quello sotto per ricreare la visione che si ha da bambini), ma fate attenzione a quella che ha la luce sempre accesa, perché quella è la riproduzione della casa del creatore di tutto questo!
  
Main Street USA, il municipio.
In Main Street c'è il municipio (un ufficio informazioni ritratto nella foto qui sopra), negozi, locali e un barbiere funzionante; tra questi, un negozietto di articoli per la casa dal nome Lilly's Boutique... Beh Lilly non sta per la famosa cockerina protagonista di Lilly e il Vagabondo, bensì per Lilian, Lilian Disney moglie di Walt.

La Main Street USA.
  Le parate del Disneyland Park sono un vero e proprio spettacolo, soprattutto la Disney's Fantillusion che si svolge poco prima della chiusura del parco. Ovviamente la zona migliore per godersi la sfilata piena di personaggi, musiche e balletti è la Central Plaza che si trova tra la Main Street e il Castello della Bella Addormentata nel Bosco. Occhio perché la gente si piazza già molti minuti prima dell'orario previsto per accaparrarsi i posti migliori.

Scatti della Disney Magic on Parade.
La Disney Magic on Parade è la parata più recente. Noi siamo arrivati in piazza una mezz'oretta prima dell'inizio, ma non è comunque servito a farci trovare una posizione ottimale.  
Tre le parate, tre gli spettacoli (che a differenza del Walt Disney Studios sono all'aperto in un teatrino nei pressi del castello quindi, come accade per le sfilate vengono modificati spesso) e poche le attrazioni a Main Street U.S.A.; sono considerate tali due gallerie ispirate ai "passage" di Parigi e posizionate ai lati della via principale. Queste hanno soprattutto lo scopo di "rimediare" al capriccioso tempo nord-europeo, quindi sono uniche al mondo. La Discovery Arcade è stata costruita dal lato che porta a Discoveryland (zona futuristica del parco) e al suo interno si trovano molte invenzioni del XX secolo, la Liberty Arcade invece si trova sul lato opposto, parallela a Frontierland (altra zona) ed è dedicata all'inaugurazione della Statua della Libertà con quadri, poster dell'epoca e una riproduzione di questo evento nascosto dietro a una tenda rossa. Horse-Drawn Streetcars (attrazione che non apprezzo per niente perché sono contraria all'impiego di animali per far divertire i turisti) e Main Street Vehicles propongo un breve tour di inizio '900 lungo la Main Street, il primo a bordo di una carrozza, il secondo di automobili d'epoca. Infine qui c'è anche una delle quattro stazioni del Disneyland Railroad (le altre sono Frontierland, Fantasyland e Discoveryland), un treno che nasce con scopo di mezzo di trasporto, ma diventa attrazione data la tempistica della fila.

  FRONTIERLAND 

Eccoci negli Stati Uniti del 1800 e qui troviamo cow-boy, indiani, cercatori d'oro.... 
Gli spettacoli di questa landa cambiano con le stagioni e si svolgono tutte nel Chapparal Theatre, un teatro coperto. Poco distante da qui c'è una piccola area giochi, il Pochaontas Indian Village
Arrivando da Main Street U.S.A. sulla sinistra troverete l'ingresso del Legends of the Wild West, un fortino da visitare a piedi chiamato Fort Comstock che si sviluppa salendo e scendendo da ben 135 gradini.

Big Thunder Mountain.
River Rogue Keelboats e Thunder Mesa Riverboat Landing portano i visitatori a navigare intorno al lago di Frontierland il primo su una barchetta di legno, il secondo su un vecchio battello a pale.

Big Thunder Mountain.

Al centro del lago si sviluppa la miniera dove corre il Big Thunder Mountain, un roller coaster per famiglie presente in tutti i parchi Disney tranne in quello di Honk Hong. La cosa che rende unico questo di Parigi è che si trova su una montagna costruita al centro del lago.

Phantom Manor.
Henry Ravenswood, fondatore di questa miniera è anche il proprietario di Phantom Manor, una casa infestata da ben 999 fantasmi. La storia che viviamo su questa dark ride racconta della figlia di Henry, la dolce Melanie che si innamora di un ingegnere che per lavoro l'avrebbe portata lontana da Boot Hill. Il padre e la madre Martha fecero di tutto per opporsi alle nozze e proprio quel giorno, mentre Melanie si preparava per dire sì al suo amato, un fantasma apparì al futuro sposo e lo impiccò. La giovane continuò (e continua tutt'ora) ad aspettare in abito da sposa il fidanzato. Da quel giorno, tutte le sere i fantasmi degli ospiti invitati al matrimonio si ritrovano per festeggiare quelle nozze mai celebrate... Ah usciti dall'attrazione fatevi un giretto nel grande giardino del maniero, forse è da qui che arrivano tutti quei fantasmi! Ah ancora una curiosità, il film con Eddie Murphy, La casa dei Fantasmi del 2003 è ispirata a questa attrazione.
 
  ADVENTURELAND

Pronti per la zona più avventurosa di tutto il Disneyland Paris? Qui tra grotte, pirati, sultani e templi maledetti di certo non ci si annoia...! 
Situata all'interno del Golfo dei Pirati, anche qui un'area giochi per bambini: Pirate's Beach
Arrivando da Main Street U.S.A. sulla sinistra potete rivivere le emozioni di Aladdin e Jasmine in 60 metri da percorrere a piedi in mezzo alle scene più belle di questo film, entrando ne Le Passage Enchanté d'Aladdin
7200 metri quadri invece è Adventure Isle. L'attrazione che si visita a piedi, è divisa in tre parti: la Skull Rock (interno della roccia a forma di teschio che si vede dalla Baia dei Pirati), l'Ile du Trésor (la ricerca di un tesoro tra grotte e ponti sospesi) e Le Ventre de la Terre (grotte e cascate sotterranee) che si trova sotto alla Cabane des Robinsons, la casa di questa famiglia naufragata che si trova sulla cima di un albero alto 30 metri che si raggiunge salendo176 gradini.
Davanti alla Skull Rock è ancorata la Nave di Capitan Uncino che protrete trovarla chiusa se sono previsti spettacoli; sotto a questa si sviluppa l'attrazione più bella del parco: Pirates of the Caribbean. Anche questa dark ride acquatica (come Phantom Manor) ha ispirato una serie cinematografica di estremo successo: I Pirati dei Caraibi con Johnny Depp. 
In questa zona si trova una delle tre montagne russe del Disneyland Paris e l'unica all'aperto: Indiana Jones and the Temple of Peril. E' considerata l'attrazione più forte del parco e nel 2000 dopo una revisione, il percorso è stato invertito (si faceva a marcia indietro), ma dopo soli quattro anni la marcia è tornata in avanti perché giudicata troppo estrema per i visitatori. Il mio commento personale è che se siete abituati a fare questo genere di giochi...beh non è poi così adrenalinica...e all'indietro era molto meglio!!!

  FANTASYLAND

Fantasyland vista dalla cima del Castello della Regina di Cuori.
La zona più attesa e più amata dalle bambine di tutto il mondo... è qui che i loro sogni diventano realtà. 
Due i punti d'incontro con i personaggi più amati: il Princess Pavillon permetterà ai vostri bimbi di conoscere le principesse Disney e farsi fotografare con loro, mentre nel Meet Mickey Mouse verranno accolti da Minnie e Topolino.

Le Carrousel de Lancelot dal Castello della Bella Addormentata.
Le Carrousel de Lancelot è la classica giostra del luna park ed è presente in tutti i parchi Disney del mondo. Quella del Disneyland Paris conta 86 cavalli, due in più del Walt Disney World Resort  di Orlando in Florida, mentre il Disneyland Resort di Anaheim nei pressi di Los Angeles (quello originale per capirci meglio) ne ha 72. La versione più grande con novanta puledri si trova a Tokyo. La caratteristica di questa è che ha degli ornamenti placcati in oro e ospita due carri provenienti da una giostra di inizio '900, quindi ha un certo valore storico.

Scatti da Alice's Curious Labyrinth.

"... Nel mio mondo i libri sarebbero fatti solo di figure..."

(Alice nel Paese delle Meraviglie, 1951)

Due le attrazioni dedicate al cartone Alice nel Paese delle Meraviglie: la prima (Mad Hatter's Tea Cup) è la classica giostra delle tazze, in questo caso tematizzata come la tavola del Cappellaio Matto. La seconda (Alice's Curious Labyrinth) riproduce il labirinto che Alice percorre durante la fuga dalla furia della Regina e lo si percorre a piedi.

Una carta della Regina in Alice's Curious Labyrinth.
Siepi molto alte fanno sì che ogni angolo vi sia una sorpresa con giochi d'acqua e personaggi del film: si viene coinvolti nella "maratonda" di Capitan Libeccio e si incontrano lo Stregatto, il Brucaliffo e molti altri.

Davanti al Castello della Regina in Alice's Curious Labyrinth.
 La corsa (o passeggiata) finisce con gli 86 gradini che portano sulla cima del Castello della Regina.
 
Scatti da Le Pays des Contes de Fées.
Anche Dumbo ha ben due attrazioni che lo riguardano: Dumbo the Flying Elephant è la classica giostra meccanica a bordo dell'elefantino più famoso del mondo, mentre salendo su Casey Jr. le Petit Train du Cirque si può fare un viaggio sul treno che trasporta la mamma di Dumbo e gli altri animali del circo e tra colline, pianure e paesaggi in miniatura dei cartoni più famosi, si percorrono circa 450 metri incrociando un'altra attrazione che vi porterà alla scoperta del castello di Eric (La Sirenetta), della torre di Rapunzel e dentro alla Caverna delle Meraviglie di Aladdin a bordo di una romantica barchetta; sto parlando di Le Pays des Contes de Fées.
 
Scatti da Blanche-Neige et le Sept Nains e Pinocchio's Fantastic Journey.
Sono quattro le dark ride di Fantasyland, due bellissime e due un po' meno. Pinocchio's Fantastic Journey è forse la più brutta e si snoda attraverso le avventure vissute da Pinocchio. Molto simile è Blanche-Neige et les Sept Nains, che ripercorre la favola di Biancaneve e i Sette Nani a partire dall'incontro coi nanetti, quindi viene tralasciata la prima parte della storia. Una cosa molto carina è che alla finestra sopra l'ingresso dell'attrazione si può vedere la matrigna chiudere i tendoni proprio come accade in una della prime scene del film Disney.
 
Scatti da It's a Small World.

Una della mie dark ride preferite è It's a Small World. In questa attrazione si sale a bordo di una barchetta che fa un lungo viaggio attraverso il mondo, dove tutti gli abitanti della terra cantano una dolcissima canzoncina che vi risuonerà nelle orecchie per tutto il giorno. L'ultima dark ride di Fantasyland è forse quella che preferisco: si tratta di Peter Pan's Flight. A bordo di mini velieri si esce dalla stanza di Wendy per andare verso la "seconda stella a destra e poi dritti fino all'Isola che Non C'è". E' molto suggestivo vedere Londra che diventa piccola poco a poco mentre l'isoletta dove vive Peter Pan diventa sempre più grande. La pecca è la coda che è lunghissima e anche il fast pass finisce quasi subito, quindi il mio consiglio è di correre qui al mattino per prenotare la propria corsa e poi tornare con calma all'ora indicata (per le altre info sul fast pass vi rimando al post sul Walt Disney Studios).

Le Chàteau de la Belle au Bois Dormant.
"...Un magnifico futuro giace dinnanzi a te, a te eroe designato di una meravigliosa favola che si è avverata. Guarda: il castello di Re Stefano. E in quella torre più alta, a sognare il suo vero amore, la Principessa Aurora. Ma guarda i gentili voleri del destino: non è altri che la contadinella che non più tardi di ieri ha conquistato il cuore del nostro nobile Principe. E' davvero bionda... e bella! Essa ha l'oro nei capelli, labbra rosse come rosa... e il sonno eterno essa riposa. Gli anni si susseguono, ma ad un vero amore cent'anni equivalgono a poche ore. Ed ecco, si aprono della prigione... e il nostro Principe se ne va; si allontana sulla sua nobile cavalcatura... erette con la sua stupenda figura. Col primo bacio la sua bella sveglierà, poichè il vero amore tutto protrà..."

(La Bella Addormentata nel Bosco, 1959)

Al centro del parco si trova Le Chàteau de la Belle au Bois Dormant, simbolo del Disneyland Park e di tutto il complesso del Disneyland Paris. Il castello è alto 46 metri e le torri sono state costruite in Italia. Di tutti i parchi Disney solo al Walt Disney World Resort e a quello di Honk Hong i castelli non sono dedicati a La Bella Addormentata nel Bosco, ma a Cenerentola. Per dipingerlo di rosa sono stati necessari 14 strati di pittura e le lampadine che lo illuminano a Natale sono 4.000.000.
L'attrazione consiste in un percorso a piedi dove si possono ammirare cimeli relativi al cartone animato La Bella Addormentata nel Bosco, mentre al piano terra ci sono due bei negozietti uno dei quali è molto caratteristico in quanto dedicato al Natale per 365 giorni all'anno.

La Tàniere di Dragon che si trova sotto al Castello della Bella Addormentata nel Bosco.
Nei sotterranei del castello invece si può visitare La Tàniere du Dragon, ossia la caverna all'interno della quale è rinchiusa Malefica trasformata in drago. Si tratta di uno degli animatronic più grande al mondo, infatti prima è stato posizionato questo manichino animato e poi è stato costruito l'ambiente intorno.

DISCOVERYLAND
La particolarità di quest'area è che negli altri parchi è chiamata Tomorrowland ed è dedicata al futuro, mentre qui il futuro che visitiamo è quello vedevano Jules Verne, Leonardo Da Vinci, George Lucas...
 Il teatro della zona è Videopolis, dove al momento della mia visita (estate 2013) non venivano proposti spettacoli, ma proiettati dei corti della Disney e della Pixar. Les Mystères du Nautilus vi porterà lungo un percorso a piedi a scoprire il famoso sottomarino di 20.000 Leghe sotto i Mari di Jules Verne. Orbitron invece è la classica giostra meccanica ispirata a un disegno di Leonardo Da Vinci dove si può salire a bordo di navicelle spaziali per un giro intorno ai pianeti. Su Autopia potrete mettervi alle guida di quelle che negli anni '50 erano considerate le auto del futuro.
Captain EO invece è un film 3D lungo circa 17 minuti. Nel 1987 quando fu realizzato, divenne la produzione cinematografica più costosa al mondo nata dalla collaborazione tra Michael Jackson, Georges Lucas e Francis Ford Coppola in esclusiva per i parchi Disney. Dopo circa 10 anni di proiezione questa attrazione venne sostituita per lasciare spazio ad altri spettacoli tridimensionali, per esempio al Disneyland Park c'era una proiezione ispirata a Tesoro mi si Sono Ristretti i Ragazzi (Tesoro mi si è ristretto il Pubblico) che personalmente preferivo; con la scomparsa di Michael Jackson, dal 2010 in tutti i parchi Disney è stato riproposto Captain EO.

D-3BO (a destra) e C1-P8 (a sinistra) personaggi di Guerre Stellari in Star Tour.
 "...Sembra che siamo fatti per soffrire, è il nostro destino nella vita..."

(D-3BO a C1-P8 in Guerre Stellari - Una Nuova Speranza, 1977)
 
Star Tour è un simulatore ispirato a Guerre Stellari, dove ci si ritrova al centro di una battaglia contro le astronavi dell'Impero e uno sciame di asteroidi. Molto ben tematizzata è la lunga fila, nel corso della quale (come si può vedere dalla foto) s'incontrano molti personaggi della saga. 

Buzz Lightyer personaggio di Toy Story in Buzz Lightyer Laser Blast.

"...Verso l'infinito e oltre!"
(Toy Story - Il Mondo dei Giocatolli, 1995)
Buzz Lightyear Laser Blast è la dark ride interattiva del parco. Seduti su una poltroncina a due posti, dotata di pistola laser e joystick per ruotare il nostro mezzo di trasporto, dobbiamo aiutare Buzz di Toy Story a salvare il mondo, sparando a bersagli mobili. E' molto divertente fare a gara coi nostri compagni di viaggio su chi ottiene più punti, solo che poi io divento competitiva e se qualcuno mi batte (cosa che avviene spesso) mi offendo!

L'ultima attrazione che devo ancora descrivere è una delle mie preferite. E' la terza montagna russa del Disneyland Paris ed è ispirata al romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna e più precisamente al lancio verso lo spazio, infatti il trenino si fermerà più o meno a metà della salita per essere lanciati nello spazio al buio più totale con la comparsa dei vari pianeti lungo il percorso; sono 1300 le fotocellule che attivano gli effetti speciali al passaggio della vettura. Space Mountain: Mission 2 prende questo nome nel 2005 (prima era solo Space Mountain) quando in occasione dei 10 anni di apertura della montagna russa sono stati aggiunti numerosi elementi che le hanno conferito il titolo di roller coaster con migliori effetti speciali del mondo.

E se vi va di vedere qualcosa in più ecco il mio video:





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