Il Flatiron Building. |
Oggi vi voglio raccontare una cosa che mi è capitata durante il nostro viaggio a New York lo scorso settembre, quando ho imparato che a volte basta davvero poco per raddrizzare una giornata che nasce storta...
Prima di lanciarmi nel racconto di quest'avventura che mi è successa nel cuore della Grande Mela devo per forza fare una premessa: nel 2009 ho iniziato a lavorare per un CAAF, un centro autorizzato di assistenza fiscale, uno di quei luoghi dove alcuni di voi si saranno rivolti per farsi compilare la dichiarazione dei redditi o magari un ISEE.
Ho sempre detto che non avrei mai fatto dei numeri un lavoro, ai quali ho sempre preferito le lettere, ma come molte cose importanti (o costanti della nostra vita) è nato tutto per caso mentre cercavo qualche lavoretto per farmi le ossa poco prima di discutere la tesi di laurea ed è diventata nel corso degli anni l'unica certezza lavorativa della mia vita.
In genere si inizia a gennaio coi corsi d'aggiornamento e i test per valutare la nostra preparazione per venire catapultati da fine marzo fino ai primi di luglio nel mondo delle tasse e delle spese detraibili e deducibili.
A luglio, con la data della scadenza di presentazione dei modelli ci ritroviamo di punto in bianco di nuovo a casa e passiamo dalle oltre 8 ore giornaliere di lavoro allo zero assoluto e da lì fino a dicembre io prendo tutto quello che trovo: ho fatto la cameriera, la lavapiatti, la barista, una volta ho curato gli addobbi natalizi in un centro commerciale, ho anche lavorato all'ufficio comunicazione di un bell'hotel (lavoro che adoravo, ma dove le spese di viaggio non riuscivano ad essere coperte dallo stipendio mensile), ma di tutto quello che mi è stato offerto niente è mai stato all'altezza di questi 3 mesi...
Ho sempre detto che non avrei mai fatto dei numeri un lavoro, ai quali ho sempre preferito le lettere, ma come molte cose importanti (o costanti della nostra vita) è nato tutto per caso mentre cercavo qualche lavoretto per farmi le ossa poco prima di discutere la tesi di laurea ed è diventata nel corso degli anni l'unica certezza lavorativa della mia vita.
In genere si inizia a gennaio coi corsi d'aggiornamento e i test per valutare la nostra preparazione per venire catapultati da fine marzo fino ai primi di luglio nel mondo delle tasse e delle spese detraibili e deducibili.
A luglio, con la data della scadenza di presentazione dei modelli ci ritroviamo di punto in bianco di nuovo a casa e passiamo dalle oltre 8 ore giornaliere di lavoro allo zero assoluto e da lì fino a dicembre io prendo tutto quello che trovo: ho fatto la cameriera, la lavapiatti, la barista, una volta ho curato gli addobbi natalizi in un centro commerciale, ho anche lavorato all'ufficio comunicazione di un bell'hotel (lavoro che adoravo, ma dove le spese di viaggio non riuscivano ad essere coperte dallo stipendio mensile), ma di tutto quello che mi è stato offerto niente è mai stato all'altezza di questi 3 mesi...
... e così ecco che mentre metto via gli addobbi di Natale, mi ritrovo a guardare con ansia il telefono in attesa di quella telefonata che mi riconferma per la nuova stagione e proprio in questi giorni sto affrontando corsi ed esami in attesa della data che mi permetterà finalmente di riprendere possesso della mia scrivania (dico mia perché durante i restanti 9 mesi non la usa nessuno) dove i miei stropicciati post it mi attendono dopo quasi un anno di solitudine... ma non ci sono solo i post it ad aspettarmi: davanti alla mia postazione c'è una foto ingrandita. Mostra un grattacielo strano, sembra aver la forma di un triangolo. E' in bianco e nero e nella strada che gli passa sotto ci sono delle macchine di inizio secolo scorso... Lui vigila il mio lavoro da 7 anni e (non so perché) attira tantissimi sguardi: molti utenti me ne chiedono conto, vogliono sapere se esiste e dove si trova... perché è lì, in un centro autorizzato di assistenza fiscale.
Ai primi signori che mi chiedevano del grattacielo rispondevo con un distratto, ma sincero "non lo so!", poi gli anni sono passati e con loro il numero di chi voleva sapere di più su quel quadro, così una volta con non aria sciolta sono andata dalla mia capa (la chiamiamo così tra colleghe stagionali) e le ho chiesto: "ma quel quadro davanti alla mia scrivania... quel grattacielo... dove si trova?". Lei con la stessa aria disinteressata che usavo io qualche tempo prima per rispondere agli utenti mi ha detto "non lo so!" senza neanche alzare la testa dal computer, ma io cocciuta come un somaro ho continuato: "ma come non lo sai... almeno dimmi chi ce l'ha messo..." e lei: "sono qui da vent'anni e l'ho sempre visto."
Ai primi signori che mi chiedevano del grattacielo rispondevo con un distratto, ma sincero "non lo so!", poi gli anni sono passati e con loro il numero di chi voleva sapere di più su quel quadro, così una volta con non aria sciolta sono andata dalla mia capa (la chiamiamo così tra colleghe stagionali) e le ho chiesto: "ma quel quadro davanti alla mia scrivania... quel grattacielo... dove si trova?". Lei con la stessa aria disinteressata che usavo io qualche tempo prima per rispondere agli utenti mi ha detto "non lo so!" senza neanche alzare la testa dal computer, ma io cocciuta come un somaro ho continuato: "ma come non lo sai... almeno dimmi chi ce l'ha messo..." e lei: "sono qui da vent'anni e l'ho sempre visto."
Affranta decido di tentare la carta di google digitando "grattacieli a forma di triangolo", ma il tempo che apparissero i risultati e già l'untente delle 14.30 aveva preso il suo posto davanti a me. Poi non ho più cercato, perché quando mi veniva in mente non avevo mezzi di ricerca a disposizione e quando avevo il tempo e i mezzi ovviamente mi scordavo del misterioso grattacielo.
Intanto la gente continuava a chiedermi, un signore con l'aria di chi la sa lunga una volta mi ha detto "ma lei signorina ha nel suo ufficio un quadro sul quale non sa dare spiegazioni!?" e io, da perfetta sonopreparatasututtigliargomentidelmondo quale sono, mi sono sentita ferita nell'orgoglio, così ho iniziato a inventarmi storie pazzesche su quel palazzo affascinante che (chissà perché) secondo la mia mente si sarebbe dovuto trovare a Milano.
Poi, senza che nemmeno me ne accorgessi è arrivato anche il luglio 2014 e a differenza degli altri anni, quando lasciavo il mio posto col nodo alla gola, sono corsa via dall'ufficio come un fulmine perché da quel giorno partiva il conto alla rovescia per la data delle mie nozze! Avevo circa 30 giorni per pensare agli ultimi dettagli sul viaggio, sulle bomboniere, sui segna posto... e in tutto questo il mio grattacielo misterioso è finito nell'angolo più remoto della mia mente, ben oltre la porta con su scritto "dimenticatoio"...
...Perché avevo un quadro appesa sopra alla mia scrivania?
...Perché avevo un quadro appesa sopra alla mia scrivania?
New York, 09 settembre 2014. E' mattina, mi sono appena alzata, ma non ho voglia di sorridere. Sono gli ultimi due giorni del mio viaggio di nozze, di quello che noi chiamiamo il nostro viaggio bellissimo (in onore della canzone di Renga, Un Giorno Bellissimo colonna sonora del nostro matrimonio), inoltre da quando siamo arrivati a New York ci accompagna un clima freddo, che mi mette di malumore e che mi allontana sempre di più dal caldo umidissimo della Florida, dalle assolate spiagge della California (tolto San Francisco) e dal clima arido e desertico del Nevada. Inoltre tra poco inizia la visita guidata della città e sono arrabbiata perché ci siamo infinocchiare con questo pacchetto della serie compra quello e noi ti diamo anche questo pur essendo io contraria alle visite guidate nelle grandi metropoli.
Mio marito vede la mia tristezza nel mio sguardo e cerca di tirarmi su il morale: "dai stiamo solo tre giorni... almeno siamo sicuri di vedere tutto e domani torniamo solo nei luoghi che ci interessa appronfodire, vedrai che abbiamo fatto la scelta giusta."
Arriviamo nel punto prestabilito per l'incontro e la guida non c'è. Come noi ci sono altri italiani che sono fatti infinocchiare e che aspettano impalati su un affollato marciapiede mentre la bellissima New York City ci scorre frenetica davanti portandosi dietro tutto le splendore che racchiude.
Finalmente arriva la guida dopo quasi un'ora. E' una ragazza italiana con modi molto bruschi. Non è grassa, ma è spessa e ha scritto in fronte nessunomihamaimessoipiediintestaedicertononsaretevoia mettermeli. Non ci chiede scusa e non ci da spiegazioni. Ci incita a salire su quel pullman rimediato all'ultimo con un sedile rotto come se fossimo un branco di pecore che devono entrare in un ovile prima che il sole tramonti, perché lei ha fretta, lei non è come noi che siamo in vacanza e non abbiamo niente da fare: lei è una donna che lavora duro per vivere!
Per questo motivo molte soste sono saltate, quindi guardiamo New York che scorre dietro al vetro sporco di un pullman. Sono davvero arrabbiata come non lo ero da tempo, forse dal 2012, da quando il mobiliere nel che doveva consegnarci i mobili per inizio settembre ci ha comunicato che forse sarebbero arrivati per Natale.
Il programma dice "sosta al Chelsea Market nell'ora di pranzo". Mi sono informata su quel negozio alimentare grande quando un quartiere e ci voglio andare. Dovevamo ancora sposarci che sul mio personale taccuino di viaggio avevo scritto "Chelesea Market: pensieri gastronomici da portare a casa". Guardo l'ora: è mezzogiorno meno un quarto e tiro un sospiro di sollievo, nel mentre la guida racconta la "sua New York" come se fosse un prodotto promozionale da vendere. Ci dice poco o niente sulla storia di questa città, mentre ci parla di tutti i tour che il suo Tour Operator propone e che possiamo anche prenotare subito pagando anticipatamente. Poi finalmente il microfono si apre per comunicarci le informazioni relative al pranzo: "oggi vi porto a mangiare la miglior pizza italiana di New York e un caffè espresso che nemmeno il vostro barista di fiducia riesce a farvi: ci fermiamo per pranzo da Eataly!". Intendiamoci: amo il buon cibo e non ho niente contro questa catena gestita tra glia altri Joe Bastianich che mi è anche simpatico, ma quelle sarebbero state le ultime ore negli Stati Uniti, gli ultimi pasti per godere dell'insalata di cavolo immersa in quelle deliziose salsine, del poco salutare cibo di strada, delle cheesecake... e gli stick di mozzarella... quanto mi mancheranno!!! Amo la cucina italiana e guai a chi me la tocca però avrò tutti i giorni che mi restano da vivere per mangiare la pasta, mentre invece chissà quando tornerò in America...
Comunque scendiamo dal pullman e io non sono verde di rabbia: di più! Non parlo perché so che se apro bocca potrei fare una strage e non mi va... è il mio viaggio di nozze, non posso avere ricordi brutti, quindi scendo, alzo gli occhi al cielo e... lo vedo...: ...lui il mio compagno di lavoro da 7 anni! Non ci credo: penso di avere una visione perché io sono ancora convinta che fosse a Milano... Il verde sparisce dalla mia faccia e torna il tipico pallore che domina il mio volto: la mia giornata si è raddrizzata! Sono così contenta che entro dentro a Eataly con un sorriso inebetito e decido anche di comprarmi un pezzo di pizza, nonostante avessi già avvista mio marito che per protesta avrei digiunato!
Risaliamo sul pullman e quando arriviamo nei pressi del Ponte di Brooklyn vado con un sorriso a trentadue denti dalla guida e le dico con tutta la gentilezza che posso sfoggiare: "scusa, potresti gentilmente farci scendere qui perché questa sera tardi abbiamo il volo, quindi dobbiamo tornare in albergo. Grazie di tutto, sei stata davvero gentilissima.". Lei molto probabilmente sa che non ci sarà nessun volo quella sera, perché le guide prese dall'Italia sanno sempre tutto di noi, ma non dice niente. Non le diamo la mancia (nonostante in America sia obbligatoria) perché secondo noi il servizio non è stato all'altezza, balziamo quasi correndo fuori dal pullman e delle goccioline iniziano a bagnarci il volto. Non abbiamo un ombrello e siamo dall'altra parte della città: ridiamo. Ci diamo mano e quasi scappiamo verso i battelli che ci porteranno alla Statua della Libertà e verso Ellis Island: causa maltempo faranno solo più una corsa e noi ci infiliamo al volo perché non sarà il meteo a rovinare l'ultima serata negli Stati Uniti: tempo di scendere dal traghetto e smetterà di piovere, ma noi ancora non lo sappiamo e mentre vicini l'uno all'altra quasi corriamo lontani da quella pessima gita turistica e ridendo tra noi, guardo mio marito e gli dico: "alla fine è proprio vero che non tutto il male viene per nuocere!"
INFORMAZIONI PRATICHE
Il suo nome ufficiale è Fuller Building, anche se tutti lo conoscono come Flatiron (ferro da stiro) Building a causa della sua forma... sono l'unica che lo vedeva come un triangolo?
E' stato costruito nel 1902 ed all'epoca coi suoi quasi 87 metri era l'edificio più alto della città. La sua punta è larga solo due metri e si alza per ben 22 piani. Non è visitabile e la cosa che più mi ha colpito è il suo stile antico ed elegante in contrasto con la sua forma innovativa.
E' apparso in tantissimi film e non riesco a capire come non ho fatto a non notarlo prima data la mia ossessione per lui. Io personalmente avredi dovuto vederlo in: Godzilla, Armageddon, Spiderman e Spiderman 2, Shark Tale, Hitch - Lui sì che capisce le Donne, Io sono Leggenda, Il Curioso Caso di Benjamin Button, Friends e Intervista col Vampiro.
... che ci volete fare, sono una distratta cronica!
Mio marito vede la mia tristezza nel mio sguardo e cerca di tirarmi su il morale: "dai stiamo solo tre giorni... almeno siamo sicuri di vedere tutto e domani torniamo solo nei luoghi che ci interessa appronfodire, vedrai che abbiamo fatto la scelta giusta."
Arriviamo nel punto prestabilito per l'incontro e la guida non c'è. Come noi ci sono altri italiani che sono fatti infinocchiare e che aspettano impalati su un affollato marciapiede mentre la bellissima New York City ci scorre frenetica davanti portandosi dietro tutto le splendore che racchiude.
Finalmente arriva la guida dopo quasi un'ora. E' una ragazza italiana con modi molto bruschi. Non è grassa, ma è spessa e ha scritto in fronte nessunomihamaimessoipiediintestaedicertononsaretevoia mettermeli. Non ci chiede scusa e non ci da spiegazioni. Ci incita a salire su quel pullman rimediato all'ultimo con un sedile rotto come se fossimo un branco di pecore che devono entrare in un ovile prima che il sole tramonti, perché lei ha fretta, lei non è come noi che siamo in vacanza e non abbiamo niente da fare: lei è una donna che lavora duro per vivere!
Per questo motivo molte soste sono saltate, quindi guardiamo New York che scorre dietro al vetro sporco di un pullman. Sono davvero arrabbiata come non lo ero da tempo, forse dal 2012, da quando il mobiliere nel che doveva consegnarci i mobili per inizio settembre ci ha comunicato che forse sarebbero arrivati per Natale.
Il programma dice "sosta al Chelsea Market nell'ora di pranzo". Mi sono informata su quel negozio alimentare grande quando un quartiere e ci voglio andare. Dovevamo ancora sposarci che sul mio personale taccuino di viaggio avevo scritto "Chelesea Market: pensieri gastronomici da portare a casa". Guardo l'ora: è mezzogiorno meno un quarto e tiro un sospiro di sollievo, nel mentre la guida racconta la "sua New York" come se fosse un prodotto promozionale da vendere. Ci dice poco o niente sulla storia di questa città, mentre ci parla di tutti i tour che il suo Tour Operator propone e che possiamo anche prenotare subito pagando anticipatamente. Poi finalmente il microfono si apre per comunicarci le informazioni relative al pranzo: "oggi vi porto a mangiare la miglior pizza italiana di New York e un caffè espresso che nemmeno il vostro barista di fiducia riesce a farvi: ci fermiamo per pranzo da Eataly!". Intendiamoci: amo il buon cibo e non ho niente contro questa catena gestita tra glia altri Joe Bastianich che mi è anche simpatico, ma quelle sarebbero state le ultime ore negli Stati Uniti, gli ultimi pasti per godere dell'insalata di cavolo immersa in quelle deliziose salsine, del poco salutare cibo di strada, delle cheesecake... e gli stick di mozzarella... quanto mi mancheranno!!! Amo la cucina italiana e guai a chi me la tocca però avrò tutti i giorni che mi restano da vivere per mangiare la pasta, mentre invece chissà quando tornerò in America...
Comunque scendiamo dal pullman e io non sono verde di rabbia: di più! Non parlo perché so che se apro bocca potrei fare una strage e non mi va... è il mio viaggio di nozze, non posso avere ricordi brutti, quindi scendo, alzo gli occhi al cielo e... lo vedo...: ...lui il mio compagno di lavoro da 7 anni! Non ci credo: penso di avere una visione perché io sono ancora convinta che fosse a Milano... Il verde sparisce dalla mia faccia e torna il tipico pallore che domina il mio volto: la mia giornata si è raddrizzata! Sono così contenta che entro dentro a Eataly con un sorriso inebetito e decido anche di comprarmi un pezzo di pizza, nonostante avessi già avvista mio marito che per protesta avrei digiunato!
Risaliamo sul pullman e quando arriviamo nei pressi del Ponte di Brooklyn vado con un sorriso a trentadue denti dalla guida e le dico con tutta la gentilezza che posso sfoggiare: "scusa, potresti gentilmente farci scendere qui perché questa sera tardi abbiamo il volo, quindi dobbiamo tornare in albergo. Grazie di tutto, sei stata davvero gentilissima.". Lei molto probabilmente sa che non ci sarà nessun volo quella sera, perché le guide prese dall'Italia sanno sempre tutto di noi, ma non dice niente. Non le diamo la mancia (nonostante in America sia obbligatoria) perché secondo noi il servizio non è stato all'altezza, balziamo quasi correndo fuori dal pullman e delle goccioline iniziano a bagnarci il volto. Non abbiamo un ombrello e siamo dall'altra parte della città: ridiamo. Ci diamo mano e quasi scappiamo verso i battelli che ci porteranno alla Statua della Libertà e verso Ellis Island: causa maltempo faranno solo più una corsa e noi ci infiliamo al volo perché non sarà il meteo a rovinare l'ultima serata negli Stati Uniti: tempo di scendere dal traghetto e smetterà di piovere, ma noi ancora non lo sappiamo e mentre vicini l'uno all'altra quasi corriamo lontani da quella pessima gita turistica e ridendo tra noi, guardo mio marito e gli dico: "alla fine è proprio vero che non tutto il male viene per nuocere!"
INFORMAZIONI PRATICHE
Il suo nome ufficiale è Fuller Building, anche se tutti lo conoscono come Flatiron (ferro da stiro) Building a causa della sua forma... sono l'unica che lo vedeva come un triangolo?
E' stato costruito nel 1902 ed all'epoca coi suoi quasi 87 metri era l'edificio più alto della città. La sua punta è larga solo due metri e si alza per ben 22 piani. Non è visitabile e la cosa che più mi ha colpito è il suo stile antico ed elegante in contrasto con la sua forma innovativa.
E' apparso in tantissimi film e non riesco a capire come non ho fatto a non notarlo prima data la mia ossessione per lui. Io personalmente avredi dovuto vederlo in: Godzilla, Armageddon, Spiderman e Spiderman 2, Shark Tale, Hitch - Lui sì che capisce le Donne, Io sono Leggenda, Il Curioso Caso di Benjamin Button, Friends e Intervista col Vampiro.
... che ci volete fare, sono una distratta cronica!
Io credo che era il giusto chiudersi di un cerchio, non trovi?
RispondiEliminaMoz-
Eh si... ho avuto la certezza che a tutto c'è un perchè... ;)
EliminaChe avventura Nati! Mi hai rapita col tuo racconto e sono stata felicissima abbia avuto un lieto fine :)
RispondiEliminaEh già... e mi ci gioco il cappello che quest'anno che avrei un sacco di cose da dire nessuno mi chiederà niente su quel grattacielo! :D
EliminaMeno male che è arrivato il lieto fine e la scoperta del tuo compagno di 7 anni!
RispondiEliminap.s. ti abbiamo nominato per il Very Inspiring Blogger Awards, speriamo ti faccia piacere ;)
Cavolo mi fa piacere sì ;) ... è la prima volta che vengo nominata da quando ho aperto il blog quindi mi fa "piacerissimo!!! Mi metto subito al lavoro ;)
EliminaChe esperienza assurda! E che soddisfazione aver trovato il grattacielo :D però facci sapere qual è il tour operator in questione che di sicuro lo evitiamo! Magari avrai pagato anche un sacco per quella presa in giro -.-
RispondiEliminaNon mi piace fare cattiva pubblicità però hai ragione il tour operator era opentours...
Elimina