giovedì 15 ottobre 2015

La città della lavanda, la città delle fontane: AIX-EN-PROVENCE

Aix-en-Provence, Fontaine des Bagniers.
Prima di quest'estate, se chiudendo gli occhi e pensavo ad Aix-en-Provence, mi immaginavo un'infinità di viola che andava ben oltre l'orizzonte e odore di pulito, di bucato, di quella lavanda che mia mamma mette nei cassetti per profumare la biancheria...
Adesso se chiudendo gli occhi penso ad Aix-en-Provence, mi immagino tutt'altro e se vi va ve lo racconto... 
Aix-en-Provence, Torre dell'Orologio in Place Hotel de Ville. (vedi la macchina fotografica sulla mappa per sapere dove si trova la torre)
Aix-en-Provence nel mio immaginario è sempre stata la capitale mondiale della lavanda con questo fiore viola presente in ogni angolo del paese, ma come già detto non è niente di tutto ciò, o meglio non lo è nei mesi che vanno da agosto a maggio (la lavanda fiorisce da giungo e in genere viene raccolta a fine luglio, infatti è in questo periodo che ci sono le varie fiere dedicate a questa pianta) e non lo è se si parla di Aix-en-Provence città, che a differenza di come me la immaginavo non è il tipico villaggio francese che si vede nei film d'epoca (come per esempio lo sono Grasse o Castellane), ma una vera e propria cittadina che conta quasi 150.000 abitanti.

Aix-en-Provence, statua per le vie della città vecchia. (vedi la macchina fotografica sulla mappa per sapere dove si trova la statua).
Quando abbiamo deciso di andare in Provenza, sapevo benissimo che nel mese di agosto non avrei mai trovato le distese di lavanda che sognavo di vedere, però Aix-en-Provence è stato uno dei primi luoghi che sono comparsi nella mia personale lista delle cose da vedere prima di morire e dato che quella di quest'anno è stata la prima occasione che ho avuto in 31 anni di visitare questa cittadina francese l'ho colta al volo.

Aix-en-Provence, campanile della Cattedrale di Sain Sauveur.
Quindi, tornando alla frase a inizio post, se oggi chiudo gli occhi e penso ad Aix-en-Provence mi viene in mente una cittadina graziosa e tranquilla, che non mi ha stupito come Avignone (della quale me ne sono quasi innamorata e ve ne parlerò nei prossimi post), però nemmeno mi ha deluso totalmente e se dovessi tornarci lo rifarei molto volentieri.

Aix-en-Provence, statua di San Michele che schiaccia la testa del Drago sulla facciata della Cattedrale di Sain Sauveur.
Aix-en-Provence è una città romantica, dove passeggiare mano nella mano per le molte vie pedonali o per i larghi marciapiedi di Cours Mirabeau, un largo viale pieno di locali dentro ai quali si può bere qualcosa, magari osservando una delle sue tante fontane; ad Aix-en-Provence, trovare uno studente che studia sulle scale di una chiesa è una cosa normale, infatti questa cittadina ospita un polo universitario molto importante: è qui che si trova la sede principale della facoltà di legge della Provenza.

Aix-en-Provence, chiesa di Sainte Madeleine.
Una di queste chiese davanti alla quale un giovane universitario ripassa la lezione, potrebbe essere Chiesa della Santa Maddalena (credo di aver scelto l'unica di tutta la città senza scale!!!), finita di restaurare appena un anno fa.

Aix-en-Provence, Place de l'Hotel de Ville.
Nel corso della sua storia che parte alla fine del 1300, la Chiesa di Saint Madeleine è stato ricostruita più e più volte tra le quali dopo un incendio e dopo il terremoto del 1909.
Qui sono stati battezzati personaggi importanti per la storia di Francia, tra i quali Paul Cézanne che è nato e morto proprio ad Aix-en-Provence, dove riposa ancora oggi nel cimitero di Saint-Pierre.

Aix-en-Provence, Cattedrale di Sain Sauveur.
Poco distante da questo edificio, si trova il luogo di culto principale di Aix-en-Provence e di tutto il dipartimento in quanto è sede del Vescovado: si tratta della Cattedrale di San Salvatore che è molto bella e che vi consiglio di visitare se vi trovate nei paraggi (l'ingresso è gratuito).
Aix-en-Provence, interno del  battistero della Cattedrale di Sain Sauveur.
Importanti sono il battistero, un trittico comandato per la tomba di Roi René che governò la città nel corso del 1400 e il chiostro che si può visitare gratuitamente se si arriva entro le 17.00... noi, ovviamente siamo arrivati intorno alle 17,30 circa....
Aix-en-Provence, Cours Mirabeau.
Il fulcro della città invece è Cours Mirabeau.
Si tratta di un vialone largo e lungo, che in un certo senso può ricordare gli Champs-Elyseés di Parigi, anche se qui ci sono più ristoranti che boutique di alta moda e la strada è a una corsia quindi le auto sono davvero poche, infatti non è difficile farsi fotografare al centro della carreggiata, a fianco di una delle tante e famose fontane.

Aix-en-Provence, Fontaine des Neuf-Canons in Cours Mirabeau.
Una delle più importanti fontane della via e della città intera è la Fontaine Des Neuf-Canons.
Risalente al 1691, si chiama così perché in francese i "canons" sono la parte di tubo sporgente che fa fuoriuscire l'acqua e ovviamente in questo monumento acquatico i "canons" sono nove, davvero tanti per l'epoca e non a caso veniva utilizzata dai pastori che grazie alla molta acqua che sgorgava continuamente riuscivano a dissetare moltissime pecore.

Aix-en-Provence, Fontaine Moussue in Cours Mirabeau.
La Fontaine Moussue, letteralmente fontana muschiosa, ma meglio conosciuta come Fontana dell'Acqua Calda ha la sua particolarità racchiusa in questo suo soprannome.

Il trittico nella cattedrale di Sain Sauveur di Aix-en-Provence.
Eh già, perchè la fontana muschiosa fa sgorgare l'acqua a una temperatura costante di 18° in quanto è alimentata dalle vicine fonti termali e si dice che in inverno sia sempre circondata da una nuvola di vapore.
Io sinceramente sarò stata quasi un'ora a toccare quest'acqua in ogni modo e maniera, ma non l'ho sentita così calda come mi aspettavo e come ne avevo sentito parlare.... Alla fine mio marito, credo per trascinarmi via mi ha detto "ma con una temperatura esterna così alta non puoi sentire l'acqua calda...". Sì, in effetti avrà ragione anche lui però io volevo toccare l'acqua calda e non l'ho sentita.

Aix-en-Provence, Cattedrale di San Salvatore, l'organo.
Tornando a noi, anche questa fonte è molto antica, risale infatti al 1666 e inizialmente aveva un tritone come ornamento che venne distrutto una quarantina d'anni dopo da un gruppo di ragazzi ubriachi.
L'aspetto attuale rise all'inzio del 1800 e anche l'acqua che ne fuoriesce diventa calda a partire da quegli anni.

Aix-en-Provence, Fontaine de Roi René in Cours Mirabeau.
Parallelo alla fontana dell'acqua calda si trova la statua di Re René che sormonta, indovinate cosa!? Bravi, una vecchia fontana.

Aix-en-Provence, Fontaine des Neuf-Canons in Cours Mirabeau.
Re Renato d'Angiò detto il buono e Conte di Provenza, è stato molto importante per la città di Aix-en-Provence. Lui vi regnò nel corso del 1400 ed abbellì in modo in portante questa cittadina. In questa statua viene raffigurato con un grappolo d'uva in mano, questo perché introdusse nella regione l'uva di moscato.

Aix-en-Provence, Fontana La Rotonde in Cours Mirabeau.
Molto imponente è la Fontaine La Rotonde che risale al 1860 e si trova ad una estremità di Cours Mirabeau.
La particolarità di questa grande fonte è che a partire dal 15 agosto 1875 è alimentata dal Canale del Verdon che si estende per circa 82 km. Inizialmente funzionava solo la domenica e nei giorni festivi, ma dall'anno successivo venne attaccata ogni giorno.
Dal 1974, l'acqua che vi scorre è quella dell'acquedetto cittadino che viene continuamente riciclata. Le tre statue invece rappresentano tre punti importanti della città: la giustizia, l'arte e l'agricoltura.



martedì 29 settembre 2015

La città dei profumi: GRASSE

Grasse, vista dalla terrazza del Mandarina Hotel.

"L'anima degli esseri è racchiusa nel loro odore"
(Profumo - Storia di un assassino 2006)

Grasse, Chapelle de l'Oratoire.
Con Grasse sono iniziate le le nostre vacanze 2015 e con questo post incomincio il mio racconto.

Grasse, ingresso del Palazzo del Comune.
 Grasse è la cittadina nella quale ha trascorso le sue ultime ore di vita la celebre cantante Edith Piaf (che è sepolta nel cimitero del Pére Lachaise a Parigi).

Grasse, Monumento ai Caduti.
Ma Grasse è soprattutto famosa per essere la città dei profumi; è in queste impervie stradine che è ambientato il romanzo Il Profumo diventato un film nel 2006 con Dustin Hoffman dal titolo: Profumo - Storia di un Assassino.

Grasse, Cattedrale Notre-Dame de Puy e sulla sinistra la Tour Sarrasin.
Ma torniamo a noi, al nostro viaggio, alla nostra esperienza. Lo dicono da sempre che "di Venere e di Marte né si viene né si parte", ma noi abbiamo voluto sfidare la sorte, siamo partiti venerdì e in quella prima giornata di vacanza tutto quello che poteva andare storto è andato storto (niente di grave, solo piccoli inconvenienti che si sono risolti senza lasciare conseguenze).

Grasse, cancellata davanti al Palazzo del Comune.
Come sempre prima di partire avevo stilato un piccolo itinerario che prevedeva come prima sosta le Gorges du Loup, delle gole attraversate dall'omonimo fiume che sembrano essere molto carine. Così saliamo in macchina impostando il navigatore (che non è troppo aggiornato, ma ci ha sempre portato a destinazione senza problemi) su Grasse perché non conosce questo luogo, tanto sicuramente ci saranno delle indicazioni....
La prima volta che vediamo scritto Gorges du Loup siamo all'altezza di  Nizza; avete presente quando vedi un qualcosa sfilare davanti ai tuoi occhi e lo indichi col dito blaterando qualche confusa frase che stava a significare "forse dovevamo andare di lì", ma sei sull'autostrada quindi non hai possibilità di fare inversione di marcia!? Bhe è andata più o meno così, ma non importa tanto siamo ancora lontani da Grasse sicuramente troveremo altri cartelli... dobbiamo solo aprire gli occhi... Noi gli occhi li abbiamo aperti, ma di altri segnali nemmeno l'ombra!

Grasse, la terrazza del Mandarina Hotel.
Così arriviamo nel cuore di Grasse, tanto vale andare a vedere dove si trova il Mandarina Hotel (che vi consiglio se vi serve una "base" per trascorrere una notte spendendo non troppo). Lo troviamo subito, quindi essendo ora di pranzo ci mettiamo alla ricerca di un fast food per mangiare qualcosa di corsa e avere ancora a disposizione tutto il pomeriggio. Troviamo un McDonald's e ci infiliamo dentro. Io sono vegetariana, ma di solito anche in questa catena trovo dei piatti senza carne o pesce, ecco in questo no! Allora dopo mille discussioni sul da farsi usciamo perché mi ero ricordata di aver visto l'indicazione per un Quick, un'altra catena di fast food francese che mi piace molto. Questo volta il navigatore non ci abbandona e ci porta dritti, dritti davanti all'ingresso del locale. Mangiamo, approfittiamo del Wi-Fi gratuito per cercare le Gorges du Loup che si trovano a una ventina di km, così studiata la strada decidiamo di passare prima in albergo a posare le valige.
Torniamo al Mandarina Hotel e ci dirigiamo verso la reception che apre solo alle 16.00! Sono le 14.00 e dopo un quarto d'ora abbondante di altre discussioni sul da farsi decidiamo di andare prima del check-in a vedere le Gole del Lupo, ma mentre riattraversiamo l'incantevole terrazza del Mandarina Hotel qualche goccia d'acqua inizia a bagnarmi gli occhiali da sole. "Ma sì, sarà solo un temporale estivo". Tempo di salire macchina e metterla in moto che le gocce si trasformano in un forte scroscio, prima e in grandine poi. Troviamo un parcheggio sotterraneo proprio sotto l'Ufficio Informazioni e ci infiliamo lì. Non possiamo andare a vedere delle gole con questo tempo, così optiamo per fare un giretto turistico nel centro città, magari ci sono i portici, magari ci infiliamo in qualche chiesa o museo, magari all'Ufficio del Turismo ci dicono che sulle Gorges du Loup splende il sole. I locali dedicati all'accoglienza dei turisti straripano di gente e la grandinata si è trasformata in una tempesta dove a fatica si riesce a tenere l'ombrello in mano. Sono le 15.30. Ci arrendiamo e torniamo in albergo ad aspettare che apra la reception.

Grasse, panorama dalla Route Napoléon.
Il tempo di prendere le chiavi della camera e darsi una sistemata che il cielo torna del suo color azzurro - celeste, solo che ormai sono le 17.00, quindi decidiamo di raggiungere il centro di Grasse a piedi e mettiamo una bella "X" rossa sulle Gorges du Loup.
In genere non ho un animo critico, chi di voi ha già letto altri miei post lo sa; amo trovare il bello delle cose, ma da Grasse mi aspettavo di più. Mi immaginavo una graziosa cittadina, un misto tra una cartolina della Provenza e e una della Costa Azzurra, vetrine color indaco e celeste, odore di dolci e lavanda per le vie... e invece niente di tutto ciò.
E' il giorno prima di ferragosto, le strade sono piene di visitatori eppure è impossibile non notare i tanti cartelli con su scritto "vendesi" appesi alle finestre e i "cedesi attività" oppure "chiuso" davanti ai locali e ai negozi. Place Aux Aires che dovrebbe essere la via principale ha solo pochi ristoranti che si stanno preparando per la cena, molti hanno le serrande tirate giù, altri giornali vecchi di parecchi mesi appiccicati alle vetrine.

Grasse, Place Cèsar Ossola.
Tolto questo lato decadente di questa cittana e le vicine Gorges du Loup (che dicono essere molto belle) cosa si può fare a Grasse? Cosa c'è da vedere?
Beh senza dubbio la città del profumo potrebbe mai non offrire innumerevoli musei dedicati al piacere del naso? Il più famoso è il Musée Fragonard, che racconta la storia della profumeria più famosa della città. Poi c'è la Parfumerie Galinard che nasce intorno al 1700 come fabbrica di pomate per uso medico per poi specializzarsi in profumi e la Parfumerie Molinard che ha la caratteristica di offrire ai visitatori la possibilità di creare la propri fragranza personale. Le visite a tutti e tre questi musei sono gratuite, salvo poi terminare nei vari negozi di profumi alquanto costosi (questo è quello che ho potuto leggere dalle varie recensioni on line).

Grasse, scorcio di Place Aux Aires.
Per quel che riguarda invece il centro storico cito di nuovo Place Aux Aires, il cuore pulsante della Grasse del passato e del presente, punto di ritrovo, di mercato e il luogo migliore dove consumare una cenetta, magari all'aria aperta se il tempo lo permette.

Grasse, la Cattedrale Notre-Dame de Puy e la Tour Sarrasin viste dalla terrazza del Mandarina Hotel.
Place du Petit Puy è un'altra piazza da non perdere, perchè qui si affaccia la Cattedrale di Notre-Dame du Puy risalente all'anno 1000 (che stranamente quel giorno era chiusa), un Monumento ai Caduti, la Tour Sarrasin alta 30 metri e l'attuale Palazzo del Comune che un tempo era il palazzo episcopale.

Grasse, Place Cèsar Ossola.
Costeggiando il lato della cattedrale vi ritroverete in un'altra piccola piazzetta: Place César Ossola, dove una terrazza regala uno splendido panorama.
Il resto sono tutte stradine, vicoletti e scale dove a bancarelle si alternano piccoli negozietti alimentari, il tutto contornato da vecchi palazzi.



sabato 19 settembre 2015

EXPO sì, EXPO no, EXPO bum...

Expo 2015: il decumano.
"Expo 2015 sarà una straordinaria occasione di crescita culturale ed economica e soprattutto sarà un luogo virtuale e fisico di incontro e di confronto intorno ad una delle grandi sfide che l'umanità deve affrontare: quella di garantire un'alimentazione sana e sostenibile a tutti gli abitanti del Pianeta Terra."
(Samantha Cristoforetti) 


Expo 2015 grande manifestazione o grande delusione? Io la vedo così...

Esterno del padiglione della Federazione Russa.
Io a questo Expo ci volevo andare.
 Prima di farmi un'opinione mi piace toccare con mano l'argomento, provarlo sulla mia pelle, poi magari l'idea che avevo prima di conoscere quella cosa influenza e non poco il pensiero finale, però non mi piace parlare di cosa non conosco.

Esterno del padiglione del Qatar.
Non voglio parlare del lato politico della cosa perché non ne ho le basi, perché il mio blog vuole essere solo il mio angolo dove si raggruppano i miei giri, le mie esperienze in questo mondo e se poi questi racconti servissero o ispirassero a qualcuno per qualsiasi cosa tanto meglio.
Esterno dei padiglioni del Giappone e della Slovacchia.
Io all'Expo ci volevo andare.
Non ne avevo mai visti prima, ma ho ammirato ammaliata quello che vecchie manifestazioni di questo genere ci hanno lasciato in eredità, come la Tour Eiffel, l'Atomium, il Porto Antico di Genova, il Palace of Fine Arts di San Francisco... quindi volevo vedere com'era, volevo poter dire la fatidica frase "io ci sono stata".
  
Il Padiglione Ecuador.
Così col mio inseparabile zainetto in spalla e la mia pancia di circa 7 kg, mi sono armata di macchina fotografica, telecamera, una bottiglietta d'acqua, bustine di zucchero per contrastare ogni eventuale calo di pressione e via, sono partita in una caldissima giornata di metà agosto in direzione: Rho - Fiera di Milano.

Dalla terrazza del padiglione del Turkmenistan.
 Mi viene da definire questa giornata non calda, ma bollette, non affollata, ma un qualcosina in più. 

Dentro a Palazzo Italia.
Non posso dire di aver amato l'Expo di Milano 2015 alla follia, però devo ammettere di aver osservato molte cose con occhi stupiti.
 
Dentro a Palazzo Italia: la coda per entrare dentro al padiglione.

Tornerei all'Expo dopo esserci stata? Solo se qualcuno mi regalasse il biglietto.
Potessi tornare indietro nel tempo tornerei all'Expo? Certo!
Consiglio a chi non ci è stato di andarci? Assolutamente sì!


Il padiglione Azebaijan.
SE POSSO PERMETTERMI QUALCHE SUGGERIMENTO...

SUGGERIMENTO NUMERO 1: Se avete programmato una visita all'Expo e come me partite da casa con un piano dettagliato con su scritto tutto quello che dovete e volete fare e che comprenda tutti i padiglioni fate una cosa: prendete il vostro programma e fatelo in mille pezzettini.
Le condizioni meterologiche e di affluenza del giorno che ho visitato io l'Expo erano effettivamente un pochino estreme, ma credo anche avendo a disposizione l'intera giornata e con un'affluenza minima sarebbe difficile riuscire a vedere tutti i padiglioni; contate che il decumano (la via principale lungo la quale si trovano i vari paesi) è lungo un km e mezzo e che il cardo (la via che l'attraversa con tutti gli stand italiani) è lungo 450 metri e che per visitare certi padiglioni occorre oltre mezz'ora senza contare la fila per entrare.
Inoltre possono intervenire altri piccoli fattori a mandare all'aria i vostri piani, io per esempio avevo in programma di iniziare con il Padiglione Zero, peccato che siamo entrati dall'ingresso opposto, che si trova vicino al Giappone, così mi sono detta: "bhe già che sono qui facciamo il Giappone che in genere è sempre pieno, così mi levo il pensiero" ... avremo dovuto aspettare 3 ore prima di entrare. In quel momento ho rimesso i miei appunti nello zaino e siamo andati dove il vento ci portava...


Padiglione della Birra Moretti.
* SUGGERIMENTO NUMERO 2: se partite da casa con l'idea di abbuffarvi a sbaffo degli stati del mondo e assaggiare insetti, coccodrilli e serpenti scordatevi anche questo! Non è un salone del gusto, ma un'esposizione che vuole far capire alla gente l'importanza del cibo legata alla tecnologia, alla fame nel mondo e alle tradizioni, ma se è vero che visitando l'Expo assaggerete poco o niente gratis è d'altro canto falsa la convinzione che per mangiare qui ci vuole solo una carta di credito serie oro. Se siete degli affezionati dei panini confezionati a casa la sera prima perché sono più buoni, più sani ed evitano le code ai vari chioschetti fate pure, ma se non volte girare tutto il giorno con sulle spalle uno zaino pieno di pane, pizza, focaccia, acqua, coca cola e spuntino per la merenda sappiate che troverete ovunque pranzi, cene, merende e spuntini per tutte le tasche: dal semplice self service, al Mc Donald's ai food truck... e che dire dell'acqua... ogni 200 metri c'è una casetta dove potrete riempire le vostre bottigliette gratuitamente e quante volte vorrete...

Dentro al Corporate Pavillon.
SUGGERIMENTO NUMERO 3: non scartate nessun padiglione a priori, nemmeno quelli che vi possono sembrare insignificanti: tutti hanno qualcosa di bello che vi stupirà.
QUELLO CHE MI E' RIMASTO dei PADIGLIONI CHE HO VISTO...

Esterno del padiglione del Turkmenistan.
Il primo padiglione nel quali siamo entrati è stato quello piccolissimo del Turkmenistan che merita se non altro per la bella vista che regala sul decumano e la gigantesca palla che sovrasta l'atrio vi rapirà lo sguardo per qualche secondo.

Dentro al padiglione del Marocco.
Il padiglione del Marocco è stato uno di quelli che mi è piaciuto di più... mi ha lasciato a bocca aperta il cambiamento climatico che sono riusciti a ricreare e la piccola oasi all'uscita mi ha incantata.

L'orto veritcale del Padiglione degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti sono stati la vera delusione anche se l'orto verticale è molto carino e dal piano superiore si ha una bella vista sull'Expo.

L'albero della Vita.
Il Kwait è un un altro tra quelli che mi sono piaciuti di più, dove ci si trova letteralmente immersi in un video molto suggestivo.

Il padiglione della Thailandia.
Sul padiglione della Svizzera devo spendere qualche parola in più: è diviso in due parti dove in una si può entrare subito facendo la classica coda, metre nell'altra è necessario prenotare l'ingresso (che è pur sempre gratuito) e consiste nella famosa salita sulle torri dove chiunque avrebbe potuto prendere a piacimento caffè, sale, mele e acqua. Noi avevamo preso i biglietti in tarda mattinata e il nostro turno sarebbe stato verso le 17.00; a quell'ora eravamo dall'altra parte dell'Expo, quindi non abbiamo usato la nostra prenotazione, inoltre gli alimenti che la Svizzera aveva messo a disposizione di tutti i visitatori di Expo e che sarebbero dovuti bastare per tutta la manifestazione sono finiti già a metà luglio... esperimento fallito o riusciuto?


Il padiglione Austria.
L'Austria è stata semplicemente una piacevole e rinfrescante passeggiata al fresco... chissà perchè mi aspettavo qualcosa di diverso da questa foresta, anche se sono rimasta colpita dal fatto che la temperatura non è mai stata modificata artificialmente ma solo dalle piante.

Sulla terrazza del Padiglione Cina.
In Cina potrete calcolare il vostro peso forma, mentre in Belgio potrete gustare un delizioso biscottino (gli specoloos se non ricordo male). A proposito di degustazioni gratuite mi hanno detto che anche la Lindt regala un cioccolatino ai suoi visitatori...

Lungo il cardo con Palazzo Italia e l'Albero della Vita sullo sfondo.
 E poi un discorso a se lo merita il Padiglione Italia e il cardo in sé. Ho già detto che il cardo è la via che attraversa il decumano e che ospita tutte le regioni italiane e che uno dei due estremi ha il Lake Arena, un laghetto di circa 90 metri di circonferenza e che al centro ospita l'Albero della Vita e sul quale si specchia la famosa struttura bianca che racchiude il vero e proprio stand italiano.

L'Albero della VIta durante uno spettacolo.
L'Albero della Vita alto 37 metri, è un po' il simbolo di tutta la manifestazione, è ciò che molto probabilmente resterà di Expo 2015 e sembra in una piazza di Brescia.
Mentre eravamo in coda per entrare dentro a Palazzo Italia abbiamo assistito a uno spettacolo musicale con le fontane danzanti molto carino, quindi se volete prendervi una mezz'oretta di pausa vi consiglio di farlo qui, durante uno di queste esibizioni.

Palazzo Italia.
Il padiglione dell'Italia a me è piaciuto molto. Ho sentito dire che è fuori tema e in un certo è vero, però le delizie e la cultura gastronomica del nostro paese la si può trovare sparsa lungo tutto il cardo, quindi secondo me è giusto far conoscere le nostre meravigliose regioni.
Ho trovato bellissima la stanza degli specchi dove vengono proiettate tutti i "tesori" del poi alla fine una domanda che in un certo senso potrebbe sembrare inquietante...

Una stanza di Palazzo Italia, dove viene spiegato come sarebbe il mondo senza l'Italia.

Come sarebbe il mondo senza l'Italia...

A breve, se riesco pubblicherò anche il video di questa giornata...
Buon fine settimana a tutti!



siti utili: sito ufficiale di expo; expo advisor dove i visitatori recensiscono i vari padiglioni.
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