domenica 29 ottobre 2017

Mi ricordo ALCATRAZ

San Francisco, l'Isola di Alcatraz.
Alcatraz... sono passati tre anni da quella visita che ho desiderato tanto e quando ci penso mi vengono ancora i brividi. Brividi di emozione, di freddo e perché no di paura; raccontano che ai tempi in cui San Francisco portava ancora il nome Yerba Buena i nativi chiamavano quest'isola Evil Island (l'Isola del Male) ed evitavano di andarci perché credevano che fosse vittima di un maleficio; ancora oggi basta digitare su un qualsiasi motore di ricerca "fantasma di Alcatraz" per leggere tantissime testimonianze di avvistamenti di spiriti. Quindi quale posto migliore per continuare il piccolo viaggio alla scoperta dei posti da brivido che ho visto (se vi siete l'altro post lo trovate qui ).
San Francisco, Pier 33.
San Francisco, Pier 33 il plastico dell'Isola di Alcatraz.
San Francisco, Pier 33 i battelli in partenza per l'Isola di Alcatraz.
 Mi ricordo che Alcatraz è stato uno dei quei luoghi intorno al quale ho costruito il viaggio di nozze. Non so cosa mi attraeva di quell'isola che a stento sapevo che si trovava nella Baia di San Francisco, ma desideravo intensamente andarci. Mi ricordo l'eccitazione che ho provato varcando il cancello del Pier 33 con su scritto Alcatraz Langdin. Mi ricordo la tantissima gente in coda alla ricerca di qualche biglietto, mi ricordo quel cartello con su scritto "tickets are sold out until September 8th" e io che stringevo fiera in mano il mio come se fosse un prezioso trofeo. Mi ricordo di aver studiato il plastico dell'isola, quell'isola che avevo visto in The Rock un miliardo di anni prima e a stento ricordavo. Mi ricordo che abbiamo pranzato nel bar del Pier 33 e che ho scelto un tavolino vicino alla vetrata che dava sull'attracco dei traghetti... non sia mai che ci dimenticassimo di salire. Non ricordo cosa abbiamo mangiato, ma ricordo di essere rimasta soddisfatta dal quel pranzo e mi ricordo che il tavolino era sporco, ma in quel momento andava bene lo stesso.

San Francisco, Pier 33 seduti sul traghetto.
San Francisco, panorama dal Pier 33.

San Francisco, l'Okland Bay Bridge visto dal traghetto verso Alcatraz.
San Francisco, il Golden Gate Bridge visto dal traghetto verso Alcatraz.
San Francisco, l'Isola di Alcatraz visto dal traghetto.
Mi ricordo che dopo pranzo abbiamo cazzeggiato per quel piccolo molo pieno di turisti tenendo sempre un occhio sul cancello chiuso davanti alla barca e quando la gente ha iniziato a mettersi in fila ci siamo subito accodati. Non riuscivo più ad aspettare. Mi ricordo che ci hanno controllato e che abbiamo fatto la classica foto di rito con un sorriso a 52 denti, una foto che abbiamo cercato tra le tante altre alla fine del giro, ma che tanto sapevamo già che non avremo mai comprato. Mi ricordo che sul battello abbiamo scelto un posto vista mare e che non mi sono nemmeno voluta alzare per fare una foto perché avevo troppa paura di perdere il mio sedile, ma non appena il traghetto si è messo in moto mi sono messa in piedi per non sedermi più. Della traversata mi ricordo le onde dell'oceano, il Golden Gate Bridge e l'Okland Bay Bridge. Ricordo gli schizzi freddi e secchi del mare sulla faccia e ricordo di aver tirato un respiro a pieni polmoni per far entrare dentro di me l'odore di oceano, di sale, di acqua gelata. Mi ricordo di essermi messa la felpa per il troppo freddo. Mi ricordo l'isola a poco a poco più grande e nitida.

San Francisco, un attimo prima di sbarcare sull'Isola di Alcatraz.
 
Isola di Alcatraz, il Building 64.
Isola di Alcatraz, orologio nel Boat Dock (il molo).

Isola di Alcatraz, le scritte lasciate dai nativi americani sul Buildig 64.
La prima cosa che ricordo di aver visto è il Building 64, un edificio bianco che in passato conteneva gli appartamenti nei quali vivevano i militari e le loro famiglie. E' l'edificio più vecchio dell'isola e oggi ospita la libreria e uno schermo dove viene proiettata la storia di Alcatraz. Mi ricordo il grosso orologio con sotto scritto Alcatraz Island, ma adesso riguardo le foto ho visto che poi quell'orologio non era così grosso come ricordavo. Mi ricordo le scritte rosse fatte dai nativi americani quando occuparono l'isola nel 1969 in segno di protesta e ricordo anche di essermi chiesta cosa potevano significare e di aver dedotto che fossero state fatte dai detenuti prima di scoprire la verità.

Isola di Alcatraz, davanti all'ingresso dell'ex carcere federale.
Ex carcere federale di Alcatraz, le docce.
Ex carcere federale di Alcatraz, le docce.
Ex carcere federale di Alcatraz, una cella.
Ex carcere federale di Alcatraz, uno dei blocchi del carcere.
Ex carcere federale di Alcatraz, la cella di isolamento.
Ex carcere federale di Alcatraz, interno della cella di isolamento.

Ex carcere federale di Alcatraz, le divisa delle guardie carcerarie.
Ex carcere federale di Alcatraz, uno dei manichini ritrovati al posto dei detenuti durante la fuga del 1962 alla quale venne ispirato il film Fuga da Alcatraz.
Mi ricordo che una volta scesi sono subito voluta salire fino al carcere: "le foto le facciamo dopo" ho detto a quello che all'epoca era mio marito da poco più di una settimana. Mi ricordo di aver trovato la salita faticosa e che una volta dentro avevamo davanti una fila di gente che sembrava infinita. Mi ricordo che l'audio-guida l'abbiamo ritirata nelle docce, mi ricordo una scala bianca dov'eravamo tutti in coda e ricordo di aver chiesto a Marco di non fotografarmi dentro al carcere. Da quel momento ricordo solo le voci che ci hanno accompagnato per tutta la visita: quella di un ex detenuto, quella di un'ex guardia, quella della figlia di un'ex guardia e la sorella di un ex detenuto. Mi ricordo i rumori di sottofondo e ricordo di aver seguito alla lettera le indicazioni della guida: cosa fare, cosa guardare, come chiudere e aprire gli occhi. Come pensare. Mi ricordo la parte che raccontava il capodanno, dove da una finestra si poteva vedere San Francisco illuminata e in festa e gli allegri schiamazzi arrivavano dentro al carcere portati dal vento e mi ricordo che mi è salito un brivido di tristezza. Poi ho tanti ricordi confusi  di sbarre, di schede di prigionieri e guardie morte. Mi ricordo manichini con la divisa e la stanza dove venivano chiusi coloro che si comportavano male. Mi ricordo la zona coi libri e i manichini creati dai tre fuggiaschi più famosi le cui sorti sono ancora sconosciute.

Ex carcere federale di Alcatraz, la Recreation Yard e il carcare.
Ex carcere federale di Alcatraz, la Recreation Yard.

Ex carcere federale di Alcatraz, scaletta dalla Recreation Yard.

Ex carcere federale di Alcatraz, la mensa.
Mi ricordo la Recreation Yard dove i detenuti uscivano all'aria aperta, ma soprattutto la piccola e stretta scala che bisognava scendere per arrivarci, sulla quale si era formata un'altra coda perché tutti volevano una foto scattata da lì. Mi ricordo la mensa, mi ricordo di essermi seduta come suggeriva la guida e di aver provato tanta tristezza. Non ricordo il perché, ma ricordo di aver avuto quasi la voglia di piangere, un po' per la storia in sé, un po' perché lì si è chiusa la visita e mi sono resa conta che Alcatraz tra poco, per me sarebbe diventato solo un altro ricordo.

Isola di Alcatraz, scorcio dell'isola.

Isola di Alcatraz, il faro e l'edificio nel quale abitavano i dirigenti del carcere.
Ricordo che fuori ci siamo detti: "adesso esploriamo l'isola con calma". Ricordo tutti edifici rotti e ricordo di aver cercato i pellicani (Alcatraz in spagnolo significa pellicano e il nome deriva dal fatto che l'isola una volta era abitata solo da questi pennuti), ma di aver trovato solo dei gabbiani e di esserne rimasta delusa. Mi ricordo di aver fatto altre ricerche sull'origine del nome e di aver tratto la conclusione che gli abitanti erano uccelli marini non specificati.

Isola di Alcatraz, la Power House.
Isola di Alcatraz, la Torre dell'acqua.

Isola di Alcatraz, il Model Induestries Building.
Isola di Alcatraz, la Sala Sociale.
Ricordo bene di aver pensato quanto fosse gigante la torre dell'acqua (29 metri di altezza con una capacità di 950 mila litri d'acqua è vuota dal 1963). Ricordo la ciminiera dietro alla Power House (da qui partiva l'energia che illuminava tutta l'isola), di quest'ultima ricordo di aver letto che una volta era bianca e di aver pensato che io la vedevo bianca anche in quel momento e di essermi chiesta se avessi problemi di daltonismo. Poi ricordo che siamo arrivati davanti al Model Industries Building e di aver spiegato a Marco che quando Alcatraz era una base per i militari degli Stati Uniti quest'edificio era una lavanderia e che con l'introduzione del carcere federale venne trasformata nel luogo di lavoro dei detenuti e ricordo che lui mi guardò con un'espressione strana. Forse non gli interessava. Infine ricordo davanti alla Sala Sociale di aver chiuso gli occhi e di aver sentito l'odore dei sigari misto a quello di alcolici dal colore scuro e una leggera musica tipica degli anni '60 uscire dalle finestre illuminate (una volta qui c'era un bar, una biblioteca, un biliardo, dei tavoli da ping pong, una pista da bowling, una sala da ballo e un cinema).

San Francisco, l'Isola di Alcatraz.

San Francisco, lo skyline.

Infine ricordo che sul traghetto del ritorno ho dato l'arrivederci ad Alcatraz perché spero e desidero tornarci. Ricordo che mi sembrava facesse più caldo che all'andata. Ricordo di aver riso un casino, di essermi sentita felice senza motivo e poi mi ricordo lo skyline di San Francisco sfumato di rosa... rosa: il mio colore preferito.

INFO UTILI PER LA VISITA

Isola di Alcatraz, interno del Building 64.

Isola di Alcatraz, interno del Building 64.
Ecco come abbiamo fatto noi a prenotare la visita. Tenete però presente che da allora sono passati 3 anni, quindi le cose potrebbero essere cambiate (se così fosse non esitate a segnalarmelo).
Questa visita era compresa nel nostro viaggio di nozze, quindi l'organizzazione è iniziata molti mesi prima. Mi ricordo che quando entrammo nel sito per la prenotazione verso fine marzo c'erano già dei posti occupati per quella data (il 4 settembre). Credo che tra disdette e cose varie la visita si può prenotare anche con una settimana/ 10 giorni di anticipo, però vi consiglio di non dormire sugli allori perché quando ci recammo fisicamente alla biglietteria del Pier 33 per ritirare il nostro biglietto, c'era un cartello con su scritto che tutto era esaurito fino all'8 settembre. Mi ricordo all'epoca che mi avevano spiegato che ci sono dei tour operator che acquista in anticipo dei biglietti a vuoto per poi rivenderli dentro a vari pacchetti che magari includono o la visita della città o attività simili, quindi se dal sito ufficiale la data che avete scelto vi compare come tutto esaurito non significa che quei posti siano effettivamente prenotati. Inoltre sempre quel giorno c'erano delle persone che vendevano dei biglietti per lo stesso giorno lì quindi mai dire mai! All'epoca il prezzo oscillava tra i 30 e i 40 dollari, a seconda del sito dal quale si comprava e comprendeva il trasporto di andata e ritorno e l'audio-guida multilingua. Quando si acquista on-line si stampa un voucher, quindi bisogna ritirare il biglietto presso il Pier 33 (a noi avevano detto almeno due ore prima della partenza), mentre le procedure di controllo e di imbarco iniziano mezz'ora prima. La traversata dura una quindicina di minuti e sull'isola si può restare quanto tempo si vuole: c'è un traghetto ogni mezz'ora. Facevano anche delle visite guidate di notte che sembra siano davvero spettacolari. Ecco i siti che potrebbero interessarvi: alcatraz cruise; alcatraz. Qui invece una guida di San Francisco.

2 commenti:

  1. Ciao, nuova follower! Complimenti per il blog e i post; qui il mio ultimo post, pubblicato questa mattina: https://ioamoilibrieleserietv.blogspot.it/2017/10/recensione-lultimo-disastro-jamie.html

    se ti va ti aspetto da me tra i lettori fissi; trovi il blog anche su instagram come: ioamoilibrieleserietv

    grazie

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    1. Grazie mille! Farò sicuramente un salto da te ;)

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