mercoledì 28 febbraio 2018

ALLATTAMENTO PROLUNGATO: la mia esperienza




Mi chiamo Natascia, ho 33 anni e da 33 giorni non allatto.
Può far ridere questa frase, può sembrare più drastica di quello che in realtà è, ma togliere la tetta è stata un'impresa non da poco e solo chi ha affrontato un allattamento prolungato sa a cosa mi riferisco! So che l'argomento interesserà a pochi, ma dopo le mie nottate passate a cercare soluzioni/tutorial/esperienze sul web (e non sono moltissime) su come smettere di allattare dopo i due anni ho deciso di pubblicare anche la mia testimonianza per quella mamma che si dovesse trovare nella mia stessa situazione!



MINUSCOLA PREMESSA: IO E L'ALLATTAMENTO PRIMA DI AMBRA 
  
Avete presenti quella frase che prima o dopo tutti abbiamo detto: "se un giorno io avrò un figlio farò questo, quello e quell'altro..."!? Ecco la mia frase tipo era: "se un giorno io avrò un figlio farò di tutto per allattarlo al seno." Era un mio pallino, uno di quei chiodi fissi difficili da togliere, di quelli che ti fanno pensare la notte, quindi immaginate la mia espressione quando mi hanno dimesso dall'ospedale con la prescrizione di una giunta di latte artificiale nonostante il calo di peso di Ambra non fosse particolarmente alto... anzi. A malincuore avevo così comprato la mia bella scatola di latte in polvere, ma ho aspettato ad aprirla e ho fatto bene perché nemmeno 24 ore dopo essere stata dimessa mi sono trovata con la febbre a 39 e una bella mastite dovuta al troppo latte che Ambra non riusciva a bere. Mai stata più contenta di avere il febbrone!
CI SIAMO: POSSO ALLATTARE

Contenta come una Pasqua ho affittato un tira latte che è diventato il mio fido compagno di vita per oltre 6 mesi (se l'avessi comprato avrei speso sicuramente meno). Appena Ambra finiva la poppata mi tiravo una quantità colossale di latte che surgelavo pronto per i periodi di crisi, ma il percorso di allattamento è stato molto più difficile. A una ventina di giorni dalla sua nascita le è comparsa una dermatite su tutto il viso e parte della testa che subito i medici avevano bollato come intolleranza ai latticini. Quindi per un qualche giorno ho tolto ogni genere di prodotto che contenesse lattosio dalla mia dieta che è vegetariana da un bel po' di anni. Mi sono scervellata perché la dottoressa mi disse: "Signora se vuole continuare ad allattare sua figlia deve tornare a mangiare la carne, se no senza latticini e senza prodotti di origine animale sua figlia avrà delle carenze alimentari non indifferenti.". Ho preso tempo diventando vegana per qualche giorno e perdendo parecchi chili (non che la cosa mi sia dispiaciuta... anzi!) e ho sentito un altro parere medico che ha cambiato la diagnosi in una normale dermatite che in una ventina di giorni se né andata con una crema. Ma non è finita qui: subito dopo le feste di Natale (Ambra aveva circa 2 mesi) ha iniziato ad urlare come un'ossessa dopo le poppate e rifiutava la tetta. Volete sentire anche questa di diagnosi? Reflusso che ci portiamo dietro ancora oggi, ma che con il giusto sciroppo riusciamo a tenere sotto controllo senza troppi problemi; all'inizio tra i tanti accorgimenti che ci hanno consigliato c'era quello di usare il biberon in modo da farla mangiare dritta. E che problema c'è!? Io e il tiralatte eravamo compagni di vita e ne avevo anche una bella dose surgelata. Così mentre Ambra dormiva mi tiravo il latte per la poppata successiva così da quel momento la tetta è diventata solo una coccola, un premio: "Sei caduta? Prendi un po' di tetta così passa tutto." "Hai sentito la mancanza della mamma mentre era al lavoro? Tranquilla con la tetta le distanze si accorciano" "Non riesci a dormire perché hai fatto un brutto sogno? Non c'è problema con la tetta tutti gli incubi passano in un attimo."

COME SONO ENTRATA NEL CIRCOLO VIZIOSO.

A 10 mesi Ambra si nutriva totalmente di alimenti diversi dal latte materno; anche al mattino ha iniziato a bere il latte vaccino e la tetta era solo la sua coccola e la mia comodità: la calmava durante i pianti inconsolabili e per me incomprensibili, la faceva addormentare in pochi minuti all'ora di pranzo, alla sera, ma soprattutto di notte, il tutto mentre me ne stavo comodamente seduta in poltrona a guardare la tv, il tablet, o mentre me la tenevo stretta, la accarezzavo e guardavo i suoi lineamenti che per me sono sublimi o ancora mentre continuavo a dormire nel mio lettone caldo.
Il tutto era una pacchia se non fosse che col tempo le sue richieste sono diventate pretese e sempre più frequenti. Un semplice no di routine si trasformava in una richiesta di tetta con grida isteriche. Era ora di dire basta.

COSA HO FATTO E I METODI CHE HO TROVATO SPERIMENTATO.

Non è stata una cosa immediata. Non ho deciso il venerdì e ho cominciato i lavori per togliere la tetta il lunedì. Prima mi sono letta 8 milioni di articoli e esperienze e metodi e poi mi sono detta che avrei dato il via alle operazioni il giorno del suo secondo compleanno. E' stato un delirio: urla, grida, pianti isterici, calci e schiaffi. Ho deciso di rimandare e chiedere alla pediatra. Come avevo già letto mi ha consigliato di farsi aiutare dai nonni e dal papà, ma la cosa non mi andava per due motivi: il primo la figlia è la mia ed è giusto (secondo me) che i nonni si prendano soprattutto il bello, quindi non mi piaceva l'idea di lasciarla a piangere da loro per chissà quante notti perché io non volevo più darle una cosa che avevo scelto di darle io, inoltre anche dopo un mese senza vedermi la prima cosa che mi avrebbe chiesto sarebbe stata: "mamma, mi dai 'a teta?". Idem col papà: come avrei potuto pretendere di far passare a lui che si alza tutte le mattine all'alba per andare al lavoro chissà quante notti in bianco a cercare di calmare Ambra, mentre io me ne sarei dovuta stare beatamente coricata a letto!? Dovevo e volevo farlo io e dovevo riuscirci da sola.
Primo metodo - la fatina del latte. Mi sembrava un'idea carina per farla staccare con consapevolezza. L'idea mi è nata dopo aver letto una testimonianza su un blog che purtroppo non sono più riuscita a trovare. Le ho spiegato che se avesse mollato la tetta sarebbe passata la fatina del latte e le avrebbe fatto un regalino. All'inizio era contenta dell'idea e aveva anche avanzato qualche richiesta, ma non appena è arrivata le sera del regalo non gliene fregava più niente, anzi mi ha anche detto chiaro e tondo che lei di questa fatina non voleva proprio sapere.
Secondo metodo - i cerotti. Subito avevo scartato questa ipotesi perché avevo letto che era un metodo vecchio e che le avrebbe lasciato un brutto ricordo di una cosa bella, poi presa dalla disperazione ho fatto ricerche più approfondite e ho letto che spesso aveva funzionato e che il bambino era contento di curare la mamma mettendole un cerotto sul capezzolo, così ho fatto finta di essermi tagliata e subito Ambra era soddisfatta a fare l'infermiera proprio come fa Dottie de La Dottoressa Peluche e se di sera si è addormentata da sola perché la mamma aveva male alla tetta, la notte è scoppiato il finimondo. Così ho tolto il cerotto e l'ho attaccata.
Terzo metodo - il limone/aceto. Come il metodo precedente era sconsigliato, ma ero arrivata all'esasperazione più totale così mi sono messa del succo di limone sui capezzoli dicendole che la mamma aveva preso delle medicine e il latte aveva preso un gusto cattivo. Quando si è attaccata la prima volta ha pianto, ma si è rassegnata all'idea. Alla sera ho rimesso il succo del limone, ma dopo le prime smorfie schifate e le grida ha continuato a bere il latte senza fare nemmeno una piega: terzo tentativo fallito miseramente.

Così mi sono ritrovata disperata, stanca e dolorante: mi piangeva il cuore darle quella delusione perché era un po' come negarle il mio affetto, una parte di me. Lo so che può sembrare ridicolo, ma vedere tua figlia coi lacrimoni mentre ti chiede di essere abbracciata, di poterti respirare e doverglielo negare non è così facile come sembra. Però dovevo farlo così un giorno le ho semplicemente detto no e nonostante le ormai note crisi di isteria ho resistito cercando di consolarla proprio come se il latte che non c'era più fosse un dolore anche per me. Le ho messo Oceania il suo cartone preferito e mentre piangeva l'abbracciavo. Poi ha smesso. La sera di nuovo. Stessa storia, ho cercato di nuovo di consolarla e farmi consolare. Ha pianto, ma meno che al pomeriggio. La notte invece si mi ha chiamato e dato che era mezza addormentata l'ho attaccata che quasi non se n'è accorta. Il giorno dopo si è ammalata. Come fai a fare piangere una bambina con la febbre a 39? Non lo so, ma l'ho fatto ed è stato meno dura del previsto. Non so se perché aveva meno forze o se perché aveva capito che la tetta non c'era più, ma ha pianto sempre meno. Io intanto complice la febbre ero con  lei a coccolarla 24 ore su 24 e così il papà e i nonni. Di notte se mi mugugnava nel sonno l'attaccavo fino alla notte che non si è mossa e ha dormito di fila quasi fino alle 7. Quel mattino ho realizzato che la notte precedente era stata l'ultima volta che Ambra si era attaccata a me.
La notte dopo i mugugni sono diventati pianti che ho cercato di calmare con canzocine e passeggiate notturne. Adesso è più di un mese che non l'allatto e devo ammettere che dire che la vita con la tetta era più semplice, soprattutto per una bambina come Ambra che dorme poco o niente... farla addormentare è un'impresa da titani. Quando ha i suoi frequenti risvegli notturni prima si riattaccava e si addormentava, adesso a volte riesco a farla riaddormentare subito, altre volte basta prenderla un pochino in braccio e coccolarla, altre ancora stiamo sveglie ore e ore... La tetta è ancora il suo chiodo fisso, mi chiede di toccarla e spesso chiede alle persone se loro ne hanno una... è stata dura e lo è ancora, però era una cosa da fare e sono contenta di averla fatta, anche perchè ho preso due piccioni con una fava dato che da quel momento non ha nemmeno più voluto il ciuccio.

6 commenti:

  1. anche io sono vegetariana! :)
    ho letto il tuo resoconto... che fatica!

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    1. E' stata dura, ma è passata... :. Quando sono rimasta incita tutti mi dicevano "vedrai che dovrai prendere il ferro" invece nonostante non abbia cambiato alimentazione, le mie analisi sono sempre state perfette!

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  2. Si tratta di argomenti a me totalmente sconosciuti, però è stato piacevole leggere questo post...

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  3. il reflusso!!! quanto ti capisco...io credevo di non avere abbastanza latte quindi ho allattato per 20 giorni e poi basta...piangeva mi respingeva, e io pensavo che fosse frustrazione perché non riusciva a nutrirsi a sufficienza ed invece molto probabilmente era colpa del reflusso.

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    1. Io me ne sono accorta perché ha iniziato a soffrirne che aveva due mesi quindi o era quello o erano coliche... però che momentacci!!!

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